Povertà assoluta, Poletti: "Aperto il confronto per un piano nazionale”
ROMA – Sulla lotta alla povertà estrema l’intenzione del governo è quella di arrivare alla costruzione di un Piano di lotta alla povertà che segni il passaggio da un modello basato solo sui trasferimenti monetari ad uno basato su progetti individualizzati e su politiche attive. Il tutto senza interruzioni rispetto alle misure presenti già oggi (la social card e la nuova social card) e con l’obiettivo più generale di recuperare risorse da destinare alle politiche sociali. Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti risponde durante la conferenza stampa di presentazione del testo di legge delega di riforma del terzo settore alla domanda sulle intenzioni dell’esecutivo sulla sperimentazione (attualmente in corso) della nuova social card e più in generale sulle iniziative di lotta alla povertà estrema.
“Quando si progettano le politiche – dice Poletti - bisogna tener conto che c'è una società che si organizza: noi pensiamo che sia un errore pensare che l’unico strumento a disposizione per le politiche sia quello del trasferimento monetario. Hai un problema, ti do aiuto monetario. La nostra logica è opposta: il trasferimento monetario va iscritto dentro un disegno che ha una condizionalità e ha un contesto nel quale si realizza, devono essere politiche attivanti”. “Se una persona – esemplifica Poletti – ha un problema di dipendenza dall’alcol, perde il lavoro e cade in povertà, è molto probabile che un aiuto di 300 euro non risolva il problema ma anzi renda più complessa la sua dipendenza: cosa diversa è fare un progetto individualizzato sul soggetto e sulla sua famiglia, di modo che quei 300 euro arrivino dove c’è una comunità che si preoccupa di quel soggetto e di quella famiglia. Questo è impianto di fondo sul quale ci muoviamo, costruire una condizione per cui le politiche sociali, la tutela del reddito, le politiche attive del lavoro non si fanno centralisticamente e non si fanno solo con strumenti istituzionali ma si fanno con politiche di comunità, con la partecipazione dei cittadini”.
Nel dettaglio poi della lotta alla povertà estrema, vera emergenza nazionale certificata dai dati Istat, “è stato attivato – dice Poletti - un momento di confronto per cercare di costruire in prospettiva futura un piano di lotta alla povertà che produca e realizzi il passaggio da un sistema basato sul mero trasferimento monetario ad uno basato su progetti individualizzati. Questo approccio – continua - ci porta a riflettere sugli strumenti, sui tempi e sui modo della loro determinazione, anche perché non possiamo pensare di bloccare quello che oggi c’è (la sperimentazione della cosiddetta “nuova social card”) senza aver già messo in piedi l’alternativa”. “Ci muoviamo in questa direzione – spiega ancora il ministro del Lavoro - anche attraverso una riflessione aperta con gli assessorati regionali competenti e gli enti locali competenti: si tratta di una governance complicata e molto articolata. Il percorso coerente si fa a partire dagli enti locali che fanno progetti individualizzati insieme alle organizzazioni del terzo settore: compito nostro è di incrementare le risorse, di recuperare ancora dopo le prime boccate d’ossigeno che sono seguite ai pesanti tagli degli anni passati che avevano portato quasi a zero i fondi sociali. Lavoriamo, da questo punto di vista, anche sull’utilizzo a tale fine di quote di risorse provenienti da fondi comunitari. L’idea complessiva, comunque – conclude Poletti - è quella di transitare verso un’idea di intervento incentrata su progetti abilitanti e azioni comunitarie piuttosto che su trasferimenti monetari”. (ska)