20 novembre 2023 ore: 10:55
Società

Minori. Cesvi: "Povertà, abusi e abbandono scolastico minacciano i bambini del Mezzogiorno"

Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La povertà assoluta colpisce nel Paese quasi 1,4 milioni di bambini (14,2%), in quasi 762mila famiglie. “Il divario territoriale continua a soffocare il futuro di migliaia di bambini”
Adolescenti (su skateboard), minori, infanzia, giovani
ROMA - Le diseguaglianze regionali pesano sulle prospettive di chi nasce al Sud, dove sono concentrate le Regioni con i dati peggiori su povertà, maltrattamenti, opportunità scolastiche. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è la Fondazione Cesvi che per l’occasione ha inaugurato in Sicilia la quinta Casa del Sorriso italiana, situata in Zona Zecchino vicino al difficile quartiere di Mazzarona.
 
“La struttura rientra nel Programma Case del Sorriso, che mira a promuovere i diritti dei bambini e delle bambine e a prevenire povertà educativa e trascuratezza, aiutando minori e familiari – spiega l’organizzazione -. In Italia Cesvi ha sostenuto attraverso i suoi interventi e progetti a favore dell’infanzia più di 2.470 beneficiari, di cui 1.660 minori nel 2022, mentre nei primi 6 mesi del 2023 sono già 1392 le persone supportate e di queste 968 sono minori. Il Programma Case del Sorriso è una realtà attiva da oltre 20 anni in diverse aree del mondo, in Africa, America Latina e Centrale, Asia, spingendosi negli ultimi anni anche nei teatri delle più gravi emergenze umanitarie”. 
 
“È bene ricordare le tante situazioni che non permettono ancora oggi, a migliaia di bambini nel mondo, di veder garantiti i propri diritti – spiega Roberto Vignola, vicedirettore generale di Cesvi -. Una di queste, in tema di maltrattamento, è quella che riguarda le Regioni del Sud, dove la situazione è caratterizzate da un’alta concentrazione di fattori di rischio. Con le Case del Sorriso vogliamo dare ai bambini un luogo sicuro dove possano sentirsi accolti, vedere rispettati i loro diritti fondamentali, creare opportunità per il futuro loro e dei loro genitori Dopo l’apertura delle nostre strutture a Bari e Napoli, siamo felici di poter dare il nostro contributo anche in Sicilia a Siracusa con una Casa del Sorriso che desidera aprire le porte di un futuro ricco di possibilità per tutti i minori e le famiglie bisognose del territorio”. 
 
Per il Cesvi, il cronico divario territoriale “continua a soffocare il futuro di migliaia di bambine e bambini del Mezzogiorno – si legge in una nota –. Le aree dove essere bambino è più rischioso sono in Meridione: secondo il più recente Indice Regionale sul maltrattamento all’infanzia di Cesvi, all’ultimo e penultimo posto dell’elenco delle Regioni per fattori di rischio e disponibilità di servizi di prevenzione e cura sono Campania (20°) e Sicilia (19°), precedute da Calabria e Puglia”.
 
La povertà assoluta colpisce nel Paese quasi 1,4 milioni di bambini (14,2%), in quasi 762mila famiglie, spiega il Cesvi. Al Sud si trovano le Regioni con la maggior percentuale di famiglie povere, salite al 23,2% dal 18,3% del 2020 (18,6% al Nord; media nazionale 11%). Fanalini di coda Puglia (27,5%), Campania (22,8%), Calabria (20,3%), Sicilia (18,3%). E se nel 2022 in Italia è diminuita la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, non è invece stato così al Sud, che resta l’area con la maggior percentuale di individui a rischio (40,6%). Campania e Sicilia hanno segnato un miglioramento, ma ciò non è accaduto in Puglia, Sardegna e Calabria.
 
Dati che s’intrecciano con quelli su istruzione e prospettive dei minori, visto che l’incidenza della povertà delle famiglie diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento. L’abbandono scolastico in Italia è del 13%, dato medio tra il migliore del Friuli-Venezia Giulia (7,7%) e il peggiore della Sicilia (18,8%). “È nel Mezzogiorno la gran parte di ragazze e ragazzi che lasciano la scuola prima del tempo – spiega il Cesvi -: la Sicilia è preceduta da Campania (16,1%), Sardegna (14,7%), Puglia (14,6%). Pesa il divario nella quantità e qualità dei servizi per bambine e bambini. Al Sud mancano le mense scolastiche, e quindi le classi a tempo pieno, fattore di prevenzione dell’abbandono scolastico (ne dispone meno del 15% delle scuole dell’infanzia e primarie in Sicilia e Campania, meno del 25% al Sud in media, contro il 60% del Centro-Nord), e i posti-nido per la prima infanzia sono ancora più carenti che nel resto del Paese (Calabria, Campania, Molise e Sicilia sotto il 10%, quasi tutto il Centro-Nord supera il 24%). Al Sud la loro carenza contribuisce anche a far calare il tasso di occupazione delle neo-madri di oltre un terzo, alimentando la povertà”.
 
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