Povertà, De Vincenti: "Irrobustire e allargare il Sia"
ROMA - “Quello che possiamo fare è mettere a sistema oltre che le risorse comunitarie, le varie risorse su cui sta lavorando il ministero del Lavoro per irrobustire il Sia (ndr. Sostegno per l’inclusione attiva) e allargarlo al di là delle 11 città attuali, mantenendo alcuni aspetti che in qualche modo limiteranno la platea entro un ambito di risorse che, però, non arriva al miliardo e 800”. E’ quanto ha affermato il sottosegretario Claudio De Vincenti intervenendo alla presentazione del rapporto Caritas 2015 “Dopo la crisi, costruire il welfare” in corso presso la sede della Caritas italiana a Roma. Rispondendo alla richiesta avanzata da parte dell’Alleanza contro la povertà di includere la proposta del Reis (il Reddito di inclusione sociale che necessita di 1,8 miliardi il primo anno per essere avviato) all’interno della prossima legge di stabilità, il sottosegretario ha chiarito che potrebbe esserci spazio per intervenire sul tema della povertà, ma le strade praticabili sono molto lontane dagli auspici della Caritas italiana e dell’Alleanza contro la povertà. “C’è da fare un primo passo e credo che riusciremo a farlo in questa legge di stabilità, ma non è ancora quello che voi chiedete”, ha detto il sottosegretario agli esponenti della Caritas. Difficile avere cifre certe per quanto riguarda le risorse da destinare il legge di stabilità alla povertà.
Al momento, le cifre di cui dispone il governo per l’estensione del Sia arrivano dai 167 milioni destinati al Sud Italia, pronti già da parecchi anni e non ancora utilizzati a cui dovrebbero aggiungersi i 40 milioni l’anno, per tre anni a partire dalla legge di stabilità 2014, per l’estensione della sperimentazione al Centro Nord. Ma potrebbero esserci risorse aggiuntive. “Quanto c’è è prematuro dirlo - ha spiegato De Vincenti -. Stiamo facendo i conti. Stiamo valutando e lavorando in questa direzione, ma siamo abbastanza lontani da quel miliardo e 800 milioni”.
Da parte del governo, tuttavia, c’è apertura al confronto. “L’impegno che prendo è quello di aprire un percorso di confronto per approfondire proposte e linee di intervento e costruire un percorso credibile - ha detto De Vincenti -. Abbiamo proposto all’Alleanza un percorso di confronto per costruire insieme un piano nazionale di contrasto all’esclusione sociale”. Su un punto, intanto, c’è già convergenza, quello di porre fine all’epoca delle sperimentazioni. “Se dopo 17 anni dalla prima sperimentazione sentiamo ancora il bisogno di sperimentare - ha affermato De Vincenti - siamo in un mare di guai”. Una bacchettata, il sottosegretario la riserva a quel mondo politico che parla con facilità di reddito minimo e di risorse necessarie per istituirlo. Si tratta, per De Vincenti, di “cialtroneria politica che non ha nulla a che fare con i problemi di questo paese e con quel 10 per cento che si trova in difficoltà”. Infine, il sottosegretario ha ricordato l’impegno del governo contro la povertà. “Posso dirvi che il Dna di questo governo è tale che quel 10 per cento della popolazione è parte essenziale della strategia del governo - ha detto De Vincenti -. Il problema è come riusciamo a costruire una strategia che, facendo i conti con la situazione in cui si trova il paese e con i nodi da sciogliere, possa rispondere ai bisogni di quel 10 per cento, oltre che a quelli del restante 90 per cento”.(ga)