Povertà. Gli Stati membri dell’Ifad approvano un Piano da 2 miliardi di dollari contro la fame nelle aree rurali
Mentre i cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità, le incertezze economiche e la crescente instabilità si ripercuotono pesantemente sulle comunità rurali e sui piccoli agricoltori in molti paesi del mondo, in particolare nelle aree più vulnerabili, i 178 Stati membri del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) hanno adottato un'agenda ambiziosa per migliorare la produzione, i redditi, la sicurezza alimentare e la resilienza di oltre 100 milioni di persone delle aree rurali nell'arco di tre anni.
Durante la seconda giornata dei lavori dell’annuale Consiglio dei Governatori Ifad, i leader governativi hanno adottato una risoluzione per la 13a ricostituzione dei fondi Ifad. Finora, 68 Stati membri hanno impegnato una cifra senza precedenti di 1,34 miliardi di dollari a sostegno di un programma di lavoro triennale (2025-2027). Gli impegni superano già la cifra di 1,28 miliardi di dollari donati durante la 12a ricostituzione dell'Ifad (2022-2024). Nei prossimi mesi, l'Ifad si aspetta ulteriori contributi, mentre si impegna a mobilitare 2 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti per attuare un programma di lavoro da 10 miliardi di dollari.
"I vostri investimenti creeranno posti di lavoro e opportunità e aumenteranno la resilienza. L'IFAD è uno strumento eccellente e molto efficace contro l'insicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità - ha dichiarato Alvaro Lario, presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo -. Sono investimenti fondamentali per creare prosperità condivisa e resilienza nelle comunità più vulnerabili del mondo".
Lario ha incoraggiato gli Stati membri che non si sono ancora impegnati a farlo nei prossimi mesi. "Il dialogo andrà avanti. Il segnale c’è. Questi 1,34 miliardi di dollari sono un record, ma non sono sufficienti per raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati", ha poi riconosciuto.
Tra i 68 Stati membri che si sono pronunciati fino ad oggi nell'attuale ciclo di ricostituzione, 45 si sono impegnati per la cifra più alta mai promessa, tra di loro 14 hanno aumentato il loro contributo di oltre il 50% rispetto alla 12ª ricostituzione. Hanno così dimostrato il loro forte impegno nei confronti del Fondo e la necessità di aumentare gli investimenti nello sviluppo rurale per combattere la fame e la povertà.
Per supportare i piccoli agricoltori e il loro sforzo nel costruire resilienza di fronte alle sfide crescenti, il rapporto Ifad13 e la risoluzione adottata dagli Stati membri stabiliscono tre priorità principali per il Fondo: l'Ifad si concentrerà maggiormente sui contesti fragili, aumenterà gli investimenti nella biodiversità e nella resilienza climatica per i piccoli agricoltori e farà leva sull'impegno con il settore privato. Le priorità sono state determinate sulla base di un processo di consultazione durato un anno con i suoi Stati membri e le parti interessate e su un'attenta analisi dell'attuale crisi globale multipla.
“Circa 3,1 miliardi di persone, quasi la metà della popolazione mondiale, vivono nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo. In queste zone vive oltre l'80% delle persone più povere al mondo – sottolinea l’Ifad -. I conflitti violenti hanno subito un'impennata in diverse regioni. Entro il 2030, quasi il 60% dei poveri del mondo vivrà in Paesi classificati come fragili o colpiti da conflitti. Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono fenomeni che crescono in maniera sempre più veloce. Con il continuo aumento delle temperature globali, che porta a un peggioramento delle condizioni di vita per milioni di persone in tutto il mondo, i più poveri sono i più vulnerabili e saranno i più colpiti. Oggi quasi 700 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà”.
Non solo: l'Assistenza Ufficiale allo Sviluppo (Official Development Assistance) e i finanziamenti dei Paesi in via di sviluppo non saranno sufficienti a colmare il divario finanziario per l'adattamento climatico, per porre fine alla fame e rendere i sistemi alimentari più sostenibili, resilienti ed equi. Saranno necessari l'impegno e il finanziamento da parte degli attori del settore privato, dagli investitori globali alle piccole e medie imprese locali. Secondo le stime, per combattere la fame nel mondo abbiamo bisogno di finanziamenti aggiuntivi tra i 33 e i 50 miliardi di dollari all'anno fino al 2030.
Innovazione guidata da e per le popolazioni rurali
I Governatori si sono anche immersi nelle comunità rurali attraverso un viaggio virtuale in Ghana per scoprire come le popolazioni rurali gestiscono gli ecosistemi, affrontano i cambiamenti climatici e producono alimenti nutrienti in un ambiente difficile.
Kevin Perkins, direttore esecutivo di Farm Radio International, e Hélène Papper, direttrice per l'impegno globale e la comunicazione dell'Ifad, hanno presentato l'iniziativa "Voci rurali" dell'Ifad e raccontato come la radio possa contribuire a mettere le popolazioni rurali al centro delle innovazioni e a prendere in considerazione idee che altrimenti non verrebbero ascoltate.
I Governatori hanno anche ascoltato la testimonianza della scrittrice e chef Sophie Grigson, che ha cucinato con le comunità rurali nell'ambito del programma Recipe for Change dell'Ifad.