Povertà, l’Alleanza al governo: “Serve misura con caratteristiche del Reis”
ROMA - Contro la povertà “bisogna essere più ambiziosi”: “serve un nuovo welfare che non lasci indietro nessuno”, il Reddito di inclusione (il Rei, l’attuale misura in vigore) è un “importante punto di partenza”, ma serve “un nuovo welfare che non lasci indietro nessuno”, una “riforma in grado di dare una risposta definitiva alla povertà assoluta in Italia”, che metta in campo “un intervento con le caratteristiche del Reis”. L’Alleanza contro la povertà in Italia, cartello trasversale di organizzazioni che si occupano di sociale, torna alla carica in occasione dell’apertura dei lavori sulla nuova legge di bilancio rilanciando la propria proposta contro la povertà assoluta, ovvero il Reddito di inclusione sociale, con una conferenza stampa organizzata stamattina presso Palazzo Theodoli Bianchelli, a due passi da Montecitorio a Roma. Un documento le cui linee guida sono spiegate dal portavoce Roberto Rossini, presidente delle Acli, e i cui tratti distintivi spiegati da Cristiano Gori, docente di Politiche sociali all'università di Trento nonché ideatore e coordinatore scientifico dell'Alleanza.
L’ora delle scelte decisive. Sebbene il Rei nasca proprio dal confronto tra il governo della passata legislatura con l’Alleanza, questa misura non ha mai soddisfatto appieno le richieste avanzate dalle organizzazioni del cartello. “Il Rei raggiunge solo una quota della popolazione in povertà - spiega l’Alleanza -, i contributi economici erogati sono troppo bassi e le modalità di funzionamento previste a livello locale presentano varie criticità. Numerosi, dunque, sono gli aspetti sui quali agire”. Per l’Alleanza è tempo che il governo compia “scelte decisive” sulla lotta alla povertà, ma la proposta non riguarda il Reddito di cittadinanza, su cui si sta concentrando l’azione di governo, bensì la possibilità di riprendere un dialogo in merito all’originaria ipotesi avanzata dal cartello. Una richiesta che arriva in un momento in cui, oltre alle dichiarazioni politiche da parte del governo, non ci sono ancora proposte concrete. “Il governo ha dichiarato l’intenzione di varare il Reddito di cittadinanza - spiega il documento dell’Alleanza -. Vari atti ufficiali e prese di posizione pubbliche in merito, non sempre coerenti tra loro, da parte di componenti dell’attuale maggioranza, si sono susseguiti nel tempo. Tuttavia, al momento in cui si scrive, l’esecutivo non ha ancora comunicato ufficialmente quali interventi voglia realizzare”.
Rei, Reis e Reddito di cittadinanza: tre misure a confronto. Sebbene vadano più o meno nella stessa direzione, non sono la stessa cosa, sia se prendiamo in considerazione il target di riferimento, sia se confrontiamo il budget necessario. Lo spiega bene il documento dell’Alleanza. Il Rei attualmente in vigore punta a raggiungere circa 2,5 milioni di poveri. Non sono tutti i poveri assoluti d’Italia, ma “i più poveri tra i poveri”. Il Reis, invece, da sempre ha avuto come target l’intera fascia della povertà assoluta, ovvero circa 5 milioni di persone. Il Reddito di cittadinanza, stando alle dichiarazioni degli esponenti del governo, invece, dovrebbe puntare ad una platea ben più ampia, di 9,4 milioni di individui e cioè non solo chi vive in povertà assoluta (5 milioni di italiani). In merito alle risorse economiche necessarie per sostenere l’attuazione delle diverse misure, le uniche sicure ad oggi sono quelle del Rei che si è visto stanziare 2.059 milioni nel 2018, 2.545 nel 2019 e 2.745 a partire dal 2020. Il Reis, a regime, richiede invece un investimento di 8,5 miliardi annui, circa 5,8 miliardi annui in più rispetto alla dotazione attuale. Più oneroso, invece, il Reddito di cittadinanza, anche se attualmente non ci sono dati certi. Secondo le dichiarazioni degli stessi promotori, tale misura potrebbe costare oltre 14 miliardi, anche se c’è chi, come il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sostiene che la misura dei 5 stelle possa costare molto di più. (ga)