2 ottobre 2014 ore: 10:13
Economia

Povertà, la sfida di Poletti: "Lanciare il piano nazionale di contrasto"

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali durante l'audizione in Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. "Via i bandi dalla sperimentazione del Sia. Comuni protagonisti: non fanno graduatorie, ma sono regia di interventi"
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ROMA  - "Lanciare un piano nazionale di lotta alla povertà". E' questa la sfida lanciata dal Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenuto questa mattina durante un'audizione in Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. Secondo il ministro, "siamo di fronte ad una situazione di peggioramento significativo di questa condizione, legata alla dinamica economico-sociale degli anni recenti. Da una parte con una apertura di una forbice di distanza tra le diverse fasce della società, ma in particolare con un elemento di impoverimento di un'area sempre più larga di cittadini".

Secondo Poletti, l'attuale sperimentazione del Sia (sostegno per l'inclusione attiva), cioè la sperimentazione della nuova social card, ha raccolto dati importanti, ma ha mostrato anche tutti i propri limiti. "Abbiamo deciso di cambiare alcuni elementi di impostazione - ha spiegato il ministro -. La logica del bando dimostra una sua plateale inefficacia. Fa perdere una quantità enorme di tempo, rischia produrre più burocrazia, di quanto sia l'esito. Bisogna costruire strumenti di azione permanente". Il tempo dei singoli trasferimenti monetari, quindi, è finito. Secondo il ministro, infatti, "si è dimostrato nel tempo uno strumento inadatto a fronteggiare il problema". Occorre quindi "costruire una strumentazione capace di attivare i soggetti interessati per aiutarli ad uscire dalla povertà e esclusione e fare in modo che a questo obiettivo partecipino una larga area di soggetti - ha aggiunto il ministro -. Il comune non deve essere il soggetto che fa le graduatorie, ma che fa la regia, che attiva l'Asl, le organizzazioni del Terzo settore, i centri per l'impiego, le parrocchie, per organizzare un intervento che prende in carico la situazione".

Per il ministro, però, è giunto il momento di fare un passo in avanti e guardare oltre le sperimentazioni. "Il punto vero è che occorre una riflessione più articolata che abbiamo cercato di definire nella volontà di lanciare un piano nazionale di lotta alla povertà - ha spiegato Poletti -. La definizione di sperimentazione è servita due volte su tre a fare i conti con risorse limitate. E' poco saggio buttare quanto buono si è fatto con la sperimentazione. Penso che sia giusto utilizzare al meglio gli elementi che abbiamo recuperato. Estendere con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione la nostra capacità di intervento, lavorare a definire un piano nazionale di lotta alla povertà che cerchi di coordinare e connettere e rendere più efficaci tutte le risorse che abbiamo a disposizione. Su questo versante è nostra intenzione aprire un confronto con tutte le organizzazioni che agiscono sul tema che si sono attivate in questa fase avanzando proposte e soggetti per produrre il risultato di lanciare un'idea di piano nazionale".

Fondo europeo di aiuto agli indigenti. Sempre sul fronte povertà, il ministro ha ricordato anche l'impegno dell'Italia nell'utilizzo dei fondi europei. "Siamo stati tra i primi paesi europei a inviare a Bruxelles il programma operativo per l'utilizzo dei fondi - ha ricordato Poletti -. L'11 di giugno scorso abbiamo presentato il nostro programma e abbiamo messo a disposizione, anticipando, una somma pari a 40 milioni di euro, quasi la metà del totale assegnato al nostro Paese per la prima annualità". Per il ministro, con il nuovo fondo saranno finanziati, oltre gli interventi per mitigare la povertà alimentare, anche nuovi programmi per combattere la povertà educativa, aprendo le scuole nel pomeriggio nei contesti di maggiore deprivazione economica e  per aiutare i senza dimora e le persone più fragili. (ga) 

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