3 settembre 2016 ore: 09:32
Economia

Povertà, la sfida è l'autonomia: "le famiglie non sempre riemergono"

L'Emporio solidale Portobello di Modena ha aiutato 1.431 le famiglie: 600 mila euro il valore de prodotti distribuiti, 175 i volontari coinvolti. A 3 anni dall’apertura è tempo di un cambio di gestione: c’è tempo fino al 20 settembre per le domande
Emporio solidale, carrello tra scaffali supermercato - SITO NUOVO

MODENA - Circa 600 mila euro di prodotti distribuiti, 1.431 famiglie raggiunte (circa 500 all’anno) per un totale di oltre 5.243 persone, 175 i volontari attivi di cui circa la metà sono anche utenti, 45 le imprese che hanno fornito prodotti alimentari e non. Sono i numeri dei primi 3 anni di apertura dell’emporio solidale di Modena Portobello, progetto di cui è capofila l’Associazione servizi per il volontariato di Modena che coordina una -rete di 24 soggetti del mondo del volontariato e oltre 50 partner tra istituzioni, imprese e associazionismo e realizzato in collaborazione con i Servizi sociali del Comune. Al numero dei volontari si aggiungono anche quelli delle associazioni partner che mettono a disposizione competenze e servizi come, ad esempio, la ricerca fondi, la logistica e l’animazione per bambini.

Delle famiglie che hanno potuto fare la spesa con la tessera a punti circa il 42 per cento sono italiane, le restanti sono famiglie di origine straniera, in gran parte di origine marocchina (20%) e ghanese (9%). L’accesso all’emporio avviene tramite i Servizi sociali: l’aiuto ha una durata di 6 mesi, al termine del periodo se le condizioni delle famiglie non sono mutate si può fare una seconda domanda, ma mettendosi in fila per dare la possibilità ad altri di usufruire del servizio. “L’autonomia delle famiglie è un grosso tema – spiega Angela Artusi, responsabile del progetto Portobello – Fin dall’inizio abbiamo scelto di rivolgerci alle nuove povertà (il requisito minimo per entrare è avere un Isee non superiore a 10 mila euro) e abbiamo previsto per le famiglie la possibilità di accedere per un periodo ed eventualmente fare una seconda domanda. Non tutte le famiglie, però, riescono ad avere un miglioramento. Lo vediamo monitorando la situazione con i Servizi sociali”. Per questo motivo, si sta pensando di rivedere il reddito Irpef della famiglia per i secondi ingressi (il secondo periodo di 6 mesi di accesso, dopo una pausa), abbassando gradualmente la soglia. “Ci rendiamo conto che le famiglie non sempre riescono a riemergere – continua Artusi – Dall’emporio ne sono passate, ci sono storie positive ma per alcune la situazione di temporanea difficoltà può prolungarsi”.

A tre anni dall’apertura è anche arrivato il momento per un cambio di gestione. “È un naturale processo di autonomia, previsto fin dall’inizio – spiega Artusi – Portobello è gestito dall’Associazione servizi per il volontariato di Modena che tra i servizi ha anche quello di incubatore per progetti e startup che, dopo un certo periodo, diventano autonomi”. C’è tempo fino al 20 settembre per inviare una manifestazione di interesse. Tra i requisiti richiesti c’è ovviamente quello di garantire la sostenibilità del progetto, in continuità economica e operativa. Anche Portobello sarà presente al Festival regionale degli empori solidali che si terrà a Cervia (Ravenna) il 10 settembre. (lp)

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