Povertà, la sperimentazione del Sia parte anche a Roma
ROMA – Ci sono voluti quasi due anni e diversi annunci a vuoto da ben due diversi assessori alle politiche sociali, ma nonostante l’attesa sia cresciuta mese dopo mese, la sperimentazione del Sostegno per l'inclusione attiva (cioè la Carta acquisti sperimentale) a Roma è arrivata quasi di soppiatto. La città di Roma, a cui sono stati affidati quasi 12 milioni di euro (11,76 milioni circa), è il fanalino di coda della sperimentazione. Nelle 11 città con più di 250 mila abitanti sparse per l’Italia, la sperimentazione è conclusa già da un anno, mentre a Roma le graduatorie provvisorie sono arrivate nel bel mezzo delle feste natalizie: con determinazione dirigenziale n. 4417 del 22 dicembre 2015, pubblicata in data 28 dicembre 2015, infatti, il comune di Roma ha comunicato la pubblicazione della graduatoria provvisoria: sulle 8.266 domande presentate (4.189 le domande acquisite presso i municipi, 811 quelle acquisite dal dipartimento e 3.266 quelle online) sono risultate idonee 2.630 domande, 4.918 sono quelle non idonee, sospese 468 domande, mentre altre 247 sono state escluse preliminarmente. Per i quasi 5 mila che hanno visto la propria domanda rigettata come non idonea o per quelle sospese, inoltre, c’è stato tempo fino al 27 gennaio 2016 per presentare ricorso. Ora manca solo la graduatoria ufficiale e definitiva per far partire la misura anche a Roma. Una partenza fin troppo silenziosa, visto che lo stesso sito internet www.socialcard.roma.it presentato al lancio del bando come portale unico per restare aggiornati sulla misura risulta offline da circa un anno.
Due anni di attesa per 3 mila famiglie in difficoltà. Se è vero che non si può dire che questa sperimentazione sia stata la più sfortunata (altre sono state cassate qua e là sia a livello nazionale che regionale con un solo turnover politico), la Carta acquisti sperimentale di certo non ha mai avuto vita facile. Le difficoltà si sono palesate sin dall’inizio, con un bando aperto in 11 città (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Venezia, Verona) in piena estate ed un conseguente flop di domande in molti dei comuni, ad eccezione di Torino, Palermo e Catania, anche per via dei requisiti stringenti previsti dalla misura. A Roma si decise di posticipare per evitare la social card venisse strumentalizzata nella campagna elettorale per la scelta della nuova giunta. Una mossa che a molti pareva buona, visto le difficoltà dovute alle nuove procedure di verifica incrociata con l’Inps dei dati dei richiedenti il beneficio. In realtà l’esperienza maturata negli altri comuni è servita a ben poco. L’assessore che per primo promise una procedura rapida fu Rita Cutini. Giunta Marino. È stata lei a lanciare il bando agli inizi del 2014. Termine raccolta delle domande: fine febbraio 2014. Da assessore, però, Cutini non vedrà mai le graduatorie, nonostante qualche annuncio di imminente pubblicazione delle stesse. Dopo il rimpasto in Campidoglio è stata la volta di Francesca Danese, nuovo assessore alle politiche sociali. Anche Danese in un paio di occasioni annunciò graduatorie imminenti. Ci sono volute le dimissioni di Marino, della giunta e l’arrivo di un commissario, però, per mettere fine ad un’attesa a dir poco incredibile. Ed è così che nel 2016 il sostegno economico promesso raggiungerà finalmente le quasi 3 mila famiglie che nel 2014, cioè due anni fa, hanno dichiarato di vivere in condizioni economiche drammatiche. Cosa sia successo in questi due anni e come abbiano fatto queste famiglie a resistere in condizioni avverse nessuna determinazione dirigenziale potrà mai dircelo.
Una povertà sconosciuta lasciata in pausa. Quello che sappiamo sulle oltre 8 mila domande, lo abbiamo anticipato su Redattore sociale esattamente un anno fa. Le domande hanno portato alla luce un aspetto significativo della povertà nella capitale: ben il 70 per cento degli aspiranti beneficiari (7 richiedenti su dieci) non risultava in carico ai servizi al momento della presentazione della domanda. Anzi, sembra proprio che gli stessi servizi ne fossero all’oscuro. Le metà delle domande, inoltre, sono arrivate da Roma Est. Dai municipi IV, V, VI e VII sono arrivate il 49 per cento delle domande: primo fra tutti il sesto municipio, Tor Bella Monaca, che ha presentato il 23 per cento delle domande, due domande su dieci. Al contrario di alcune tra le altre 11 città selezionate per la sperimentazione, è verosimile che il comune di Roma utilizzi interamente il budget stanziato dal governo. Alle 2,6 mila domande idonee, infatti, si aggiungeranno quelle che avranno la meglio sui ricorsi. E poi, per un anno, si potrà accedere ad un sostegno economico con un importo massimo di circa 400 euro e, per alcuni dei beneficiari, anche a dei percorsi di attivazione, nell’attesa che il Piano nazionale contro la povertà voluto dal governo e lanciato qualche settimana fa prenda vita al più presto. (ga)