Povertà, Poletti: primo intervento di contrasto poi reddito d'inclusione
Roma - "Le dimensioni del fenomeno della poverta' nel nostro paese, riassunte nei dati contenuti nel rapporto Caritas sulla poverta' diffuso oggi, confermano la necessita' di un'azione incisiva per dare una risposta a questo problema. Un paese che vuole guardare al suo futuro deve, infatti, impegnarsi per favorire la coesione sociale, per assicurare a tutte le persone una vita dignitosa, contrastando le cause che determinano la loro condizione di difficolta', a partire dal lavoro e dall'accesso all'istruzione". Cosi' il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, in occasione della giornata mondiale 2016 contro la poverta' promossa dall'Onu.
"Il governo- continua- ha assunto questo impegno tra le sue priorita', raccogliendo le sollecitazioni espresse dall'Alleanza contro la Poverta', che ha svolto un lavoro importante su questo tema ed avuto il merito indiscutibile di metterlo al centro dell'attenzione della politica e delle istituzioni e di offrire un contributo essenziale alla definizione degli interventi che abbiamo predisposto ed inserito nel Piano nazionale di lotta alla poverta' e all'esclusione sociale. Si tratta del primo intervento organico, nella storia del nostro Paese, diretto a contrastare la poverta' e l'esclusione sociale. Nel 2017 partira' il reddito di inclusione, che potra' contare sulle risorse di un Fondo specifico: 1 miliardo di euro l'anno, che il disegno di legge di bilancio appena approvato in Consiglio dei Ministri incrementa di ulteriori 500 milioni. Si tratta di una misura universale di contrasto alla poverta' che prevede un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'autonomia, sostenuti da servizi personalizzati e da una rete integrata di interventi individuati dai servizi sociali in rete con i servizi per l'impiego, i servizi sanitari, le scuole e con i soggetti del terzo settore e di tutta la comunita'".
Poletti prosegue: "Ma l'impegno per dare un aiuto alle persone in condizioni di difficolta' e' gia' stato avviato. Dal 2 settembre e' infatti stato esteso a tutto il territorio nazionale il SIA, Sostegno per l'inclusione attiva, una 'misura ponte' di cui potranno beneficiare le famiglie in condizioni economiche disagiate con almeno un componente minore, oppure con un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza. I 750 milioni disponibili ci consentiranno di dare un aiuto a circa 200 mila nuclei familiari, ovvero a quasi 1 milione di persone, meta' delle quali minori. È importante sottolineare che, in linea con la 'filosofia' che ispira il Piano nazionale, il SIA prevede, accanto al sostegno monetario, un patto per l'inclusione attiva, che abbiamo finanziato con circa 500 milioni destinati al rafforzamento dei servizi territoriali: il nucleo familiare che lo richiede deve infatti aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali dei Comuni, in rete con gli altri servizi del territorio (centri per l'impiego, servizi sanitari, scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunita'. Le poverta'- prosegue Poletti- sono diverse e diversi sono gli strumenti per affrontarle. Per questo, insieme al Reddito di inclusione, stiamo attivando il piano per la lotta alla poverta' educativa ed un impegno specifico per i piu' fragili tra i fragili, che prevede il finanziamento di interventi a sostegno delle persone senza dimora".
Conclude: "Questi sforzi non sono ancora sufficienti rispetto alla dimensione e alla drammaticita' del problema, ma costituiscono una risposta importante e consentono di predisporre, su tutto il territorio nazionale, una grande rete in grado di utilizzare al meglio le risorse disponibili e di rappresentare un punto di riferimento permanente per tutte le persone in difficolta'". (DIRE)