Prato, grazie ai cinesi Pil della provincia più alto del 22 per cento
- PRATO - Il contributo al Pil pratese dato dalla comunità cinese ammonta a 705 milioni di euro, cioè l'11% del totale, mentre gli investimenti valgono l'8%, le esportazioni incidono per il 33% e i consumi delle famiglie cinesi raggiungono i 172 milioni di euro, il 5% di quelli totali. Insomma, se non vi fosse la comunità cinese il Pil della provincia sarebbe più basso del 22%. Il rapporto si basa su stime elaborate dall’Irpet sulla base di dati Istat, della Camera di Commercio di Prato, Regione Toscana, Comune di Prato ed altri contributi che si riferiscono prevalentemente agli anni fra 2010 e 2012.
Com'è noto i settori produttivi in cui maggiore è il contributo della comunità cinese sono il tessile-confezioni (81%), il commercio (10%) e i servizi personali (5%). I settori economici autoctoni che maggiormente si avvantaggiano della presenza di imprese e famiglie cinesi sono la distribuzione di energia elettrica (23%), le attività professionali (17%), amministrative (16%), finanziare e assicurative (13%) e delcommercio (10%). I dati evidenziano che il contributo economico cinese è ben superiore a quello in termini demografici (9% dei residenti locali).
La ricerca ha realizzato delle interviste a un gruppo di imprenditori, operanti prevalentemente, ma non esclusivamente, nel pronto-moda e le ha discusse in un focus group con giovani imprenditori cinesi di seconda generazione. Le informazioni evidenziano l'attuale tendenza alla diversificazione settoriale delle attività e al miglioramento qualitativo dei prodotti, da cui probabilmente potrebbe discendere un allentamento della concorrenza basata esclusivamente sulla compressione del costo del lavoro. Di pari passo sembrano intensificarsi i legami professionali e gli scambi di competenze con la comunità autoctona: le imprese cinesi cercano lavoratori italiani per le fasi più pregiate della produzione, che richiedono competenze tecniche specifiche o si rivolgono a fornitori italiani per alcune lavorazioni più specialistiche.
“Il rapporto ci racconta un pezzo di storia e lancia la sfida su quale futuro vgliamo costruire per il distretto pratese. Il nostro compito sarà di essere duri con chi non rispetta le regole, perché la legalità è la priorità assoluta del percorso di integrazione, ma anche quello di essere al fianco di chi progetta, condivide, integra e si assume la responsabilità del percorso di emersione”, ha detto il presidente della Provincia Matteo Biffoni.
“Prato è un motore dell'economia toscana, lo ha dimostrato con la capacità di reazione alla crisi che l'ha colpita – ha sottolineato l’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini – In questo distretto le imprese cinesi sono una leva importante per lo sviluppo della penetrazione del made in Italy nell'economia globale e in quell'enorme mercato che è la Cina. L'integrazione è una scommessa da vincere per fare sistema e reggere la competizione internazionale”.
“L'integrazione è un processo graduale che richiede tempo e pazienza, ma la strada della legalità è imprescindibile – ha aggiunto il Console generale della Repubblica Popolare Cinese in Firenze Wang Fuguo – In questi anni abbiamo fatto un buon lavoro con la Cna e sosteniamo senza riserve il Progetto Prato per la sua concezione innovativa che mette l'integrazione al centro di uno sviluppo positivo per tutti”.