10 settembre 2015 ore: 15:17
Giustizia

Prevenzione della tratta, ragazzi si fanno attori del cambiamento culturale

I lavori del progetto internazionale “Connect”, presentato a Palermo. Una insegnante: “Cinque ragazzi dopo la maturità hanno deciso di diventare attivisti. E dopo tanti anni avverto una sensibilità maggiore anche dei docenti”
Elena Perlino Tratta nigeriane - foto 4

PALERMO – Mettersi a servizio dei loro coetanei con l’energia e la consapevolezza che la società si può cambiare anche dal basso. Con questo spirito cinque ragazzi hanno deciso, dopo la maturità, di diventare attivisti a vario livello nella prevenzione, sensibilizzazione e nel contrasto della tratta delle ragazze costrette a mercificare il loro corpo. A renderlo noto è stata Stella Bertuglia, docente del liceo scientifico Alessandro Volta di Brancaccio, nel suo intervento nella sala delle Carrozze di Villa Niscemi nell'ambito della terza giornata di seminario internazionale sulla tratta del progetto “Connect”, che ha coinvolto Italia, Portogallo e Romania. Un confronto tra i sistemi organizzativi dei tre paesi per uno scambio proficuo di buone prassi e di informazioni e azioni per prevenire, arginare e agire sulla tratta degli esseri umani.

"La tratta è una delle principali fonti di reddito - dice Stella Bertuglia - dopo il traffico di armi e droga. E’ un problema di genere che va affrontato a più livelli. Le strutture per prevenire e agire sui femminicidi non sono ancora adeguate e la stessa cosa riguarda la tratta. Si devono creare reti forti di collaborazioni con tutte le realtà per cambiare i modelli culturali esistenti. La scuola dà sicuramente l'opportunità di lavorare per costruire modelli diversi che sfatano pregiudizi e chiusure sul tema. Nella mia esperienza professionale ho avuto e continuo ad avere molti giovani che riescono ad impegnarsi attivamente sul tema anche partecipando alla realizzazione di spot".

“Da anni lavoro con i ragazzi - continua -. Ogni anno sono passati 200 ragazzi di varie classi che sono stati sensibilizzati sul tema con film, incontri e parecchie iniziative. Ho fatto attività di prevenzione anche in altre scuole della città. Con l’ufficio scolastico provinciale ho fatto attività di prevenzione e formazione anche ai docenti delle scuole". "In particolare, ho avuto la possibilità di accompagnare 20 ragazzi della mia classe, dal secondo anno fino al quinto sul tema della tratta, antitratta. Sono ragazzi che, gradualmente, hanno preso consapevolezza del tema, maturando, alcuni di loro, adesso anche il desiderio di continuare dopo il liceo a spendersi a favore dei loro coetanei più giovani come attivisti veri e propri". "Per i ragazzi esporsi non è semplice, soprattutto per le critiche quotidiane di alcuni coetanei che non sono preparati quanto loro - aggiunge -. Dei ragazzi che ho seguito ho avvertito la loro crescita e il loro cambiamento che oggi li porta a partecipare attivamente alle campagne di sensibilizzazione e a diventare attori del cambiamento culturale che parte dal basso. Oggi dopo tanti anni avverto una sensibilità maggiore anche dei docenti. La speranza parte dai giovani dal loro accompagnarli per destrutturare alcuni stereotipi presenti nella loro cultura. Coloro che vogliono continuare hanno pure voluto incontrare il gruppo di uomini che è nato da poco a Palermo. I cinque giovani parteciperanno anche alla realizzazione di un video contro la tratta che verrà presentato il 18 ottobre per la giornata internazionale sul tema".

"In questo momento nel sistema italiano non c'è una centralizzazione sul tema rispetto alla sensibilizzazione nelle scuole - sottolinea Pasqua De Candia, operatrice e attivista del Ciss -.  L'esempio palermitano è andato avanti sulla base di accordi soltanto locali con l'ufficio scolastico regionale e verrà riproposto per gli anni successivi". La situazione nazionale del Portogallo è, per esempio molto diversa. "Durante i lavori è emerso, infatti - continua Pasqua De Candia - come buona pratica che in Portogallo c'è un accordo tra l'agenzia nazionale della tratta e il ministero dell'educazione che ha permesso di inserire nei curricula di tutte le scuole del Paese dei percorsi di sensibilizzazione e informazione sul tema con materiali didattici ad hoc". "Ritornando al caso palermitano l'idea che alcuni ragazzi anche dopo il liceo possano continuare ad attivarsi - dice ancora - è per noi una grande vittoria e soddisfazione, perché non è scontato fra i giovani che prolunghino il loro impegno diventando loro stessi portavoce di un cambiamento sociale".  (set)

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