21 dicembre 2020 ore: 14:13
Disabilità

Priorità nella vaccinazione alle persone con disabilità? C'è chi dice no

Salvatore Nocera, avvocato esperto di disabilità, non condivide la richiesta di precedenza avanzata da alcuni: “Priorità solo in caso di patologie e fragilità. Ma la persona con disabilità non può essere considerata fragile solo per questo”
Foto: Agenzia DIRE Vaccino antinfluenzale, covid, salute, coronavirus, vaccini

ROMA – Disabilità non è sinonimo di fragilità: di conseguenza, perché chiedere che alle persone disabili sia data precedenza nel piano vaccinale anti-Covid? Se lo domanda Salvatore Nocera, avvocato, esperto di disabilità, riferendosi alla richiesta “a più voci” avanzata da alcuni e riportata su queste pagine. “Nella mia qualità di esperto sulla normativa per l'inclusione scolastica e anch'io persona con disabilità, cecità, mi permetto di non condividere le critiche di Vittorio Barbieri e di ritenere poco chiare quelle di Speziale”, spiega Nocera, precisando che “la richiesta di priorità per la vaccinazione delle persone con disabilità è pienamente legittima ed appropriata se concerne persone con disabilità che hanno altri problemi gravi di salute, come immunodeficienze, altre malattie di carattere cardiovascolare o polmonare, anziani ricoverati in case di riposo o certificazione di 'fragilità', come espressamente previsto per alunni con disabilità e docenti dall'Ordinanza ministeriale n.134 del 9 Ottobre/ 2020”. Diversamente, in presenza della sola disabilità, la persona “non può essere considerata fragile e quindi non ha diritto di priorità”, afferma Nocera.

Nessuna precedenza, nessun “luogo apposito”

Per rinforzare la propria posizione, Nocera fa riferimento a una questione che pure ha fatto insorgere alcune associazioni, in particolare la Fish: il protocollo stipulato tra governo e Cei per la riapertura delle chiese, durante la prima ondata pandemica. Quel documento, che non è poi stato modificato nonostante le proteste, prevede, “a differenza di tutti i protocolli relativi agli altri culti, che le persone con disabilità seguano le messe 'in luogo apposito', proprio perché, secondo Cei e ministro degli Interni italiano, sono, per via della loro disabilità, soggetti fragili. Questa affermazione – commenta Nocera - è priva di qualunque fondamento scientifico”.

Non solo: “Il nostro governo, o meglio il Ministro dell'Interno, con la firma di quel protocollo, è in contraddizione con il ministro dell'Istruzione – suggerisce Nocera - che invece ha emanato l'ordinanza n. 134 in cui, correttamente, richiede che la qualifica di fragilità delle persone con disabilità avvenga solo in presenza di apposita certificazione non solo del pediatra di base o del medico di libera scelta, ma anche del dipartimento di prevenzione della Asl”.

In sintesi, dunque, anche riguardo la possibile priorità nel piano vaccinale, questa “dovrebbe essere riconosciuta alle persone con disabilità solo se certificare fragili, a causa di immunideficienze o altre malattie”.

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