19 giugno 2015 ore: 15:38
Immigrazione

Profughi a Milano, entro 30 giorni aprirà la nuova struttura nel dopolavoro ferroviario

Sarà il centro di primissima accoglienza, dove i profughi saranno smistati nei centri dove trascorreranno la notte. Quattrocento metri quadri, tutto da ristrutturare. I costi saranno sostenuti come promesso da Grandi Stazioni.

MILANO – Entro un mese aprirà il nuovo centro di accoglienza in Stazione Centrale. In occasione dell'arrivo del presidente della Camera Laura Boldrini, prima figura istituzionale nazionale venuta a fare visita alle centinaia di operatori e volontari ogni giorno impegnati alla stazione, Grandi Stazioni annuncia la prossima apertura dei 400 metri quadri di spazio dedicato al Dopo lavoro ferroviario. Saranno ricavati due stanzoni, uno per uomini e uno per le donne, con anche le docce.

Grandi Stazioni ancora non sa a quanto ammonterà la spesa, ma, come promesso, assicura che coprirà tutto in autonomia. Nello spazio mancano sia i bagni che le pavimentazioni. Accanto, invece, i primi profughi sono stati portati nello spazio prima dedicato ai senza dimora di Fondazione Exodus. Sui media locali oggi si riporta il commento di Mario Furlan, presidente dei City Angels, il quale attribuirebbe scarsa attenzione e mancanza di coordinamento del Comune nell'aiuto ai senza dimora, in secondo piano rispetto all'emergenza profughi. "Questa polemica è assurda, non abbiamo saltato mai un'unità di strada", replica Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca.

Tutti questi nuovi centri saranno funzionali allo smistamento degli ultimi arrivati nelle altre strutture cittadine. L'obiettivo è mantenere libero il mezzanino della stazione, che in questo momento è stato transennato. Il flusso di arrivi non si placa: ieri altre 366 persone sono arrivate in stazione e 304 hanno dormito nei centri accreditati con il Comune di Milano. Ormai Milano ha superato 65.500 "transiti" dall'inizio dell'emergenza e di questi 14 mila sono bambini. "Ci sentiamo come i partigiani che aiutano chi scappa a varcare le frontiere", dichiara Sinigallia. Importante, sottolinea, che lo si dica proprio al binario 21, dove durante la Seconda Guerra Mondiale partivano sì dei treni per il Nord Europa, ma diretti ai campi di sterminio nazisti. (lb) 

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news