19 agosto 2015 ore: 14:16
Immigrazione

Profughi al lavoro per sistemare l'asilo prima della riapertura

Protocollo della regione Emilia-Romagna per impiegare in attività di pubblica utilità i richiedenti asilo. Alcuni comuni hanno già avviato i progetti come Castello d’Argile, nel bolognese, dove in 16 sradicano erbacce, tinteggiano muri e aggiustano staccionate e giochi del cortile
Profughi al lavoro nell'asilo comunale di Castello d’Argile 1

Profughi al lavoro nell'asilo comunale di Castello d’Argile

Profughi al lavoro nell'asilo comunale di Castello d’Argile
Profughi al lavoro nell'asilo comunale di Castello d’Argile 1

CASTELLO D’ARGILE (Bologna) – Manca qualche settimana alla riapertura dopo la pausa estiva e all’asilo comunale di Castello d’Argile, nel bolognese, fervono i lavori per la sistemazione dell’asilo comunale. Al lavoro, volontariamente e a fianco del sindaco e degli operai comunali, ci sono 16 richiedenti asilo, la cui accoglienza è gestita dalla cooperativa Lai-momo. I giovani stanno sistemando le staccionate e i giochi all’aperto, sradicano le erbacce nel prato, tinteggiano i muri e puliscono i tombini. 

Castello d’Argile non è il primo comune a impiegare i richiedenti asilo in attività di pubblica utilità. Ad aprile 32 profughi accolti a Cesena hanno affiancato 32 cittadini all’interno del progetto “Attiviamoci per Cesena” per piccole manutenzioni e pulizie del bene pubblico. A fine giugno 2 migranti accolti a Sasso Marconi (Bologna) hanno prestato il loro aiuto come volontari nelle squadre di manutenzione del territorio e degli impianti sportivi comunali. Da luglio i migranti accolti a Sassuolo (Modena) sono iscritti nel Registro comunale dei volontari singoli del servizio civico di comunità e affiancano gli operai del Comune nei lavori utili. E ancora a San Lazzaro (Bologna) alcuni migranti collaborano con l’associazione Amici della terra che gestisce l’orto comunale. 

Profughi al lavoro nell'asilo comunale di Castello d’Argile
Profughi al lavoro nell'asilo comunale di Castello d’Argile 2

Per uniformare le esperienze già attive sul territorio, la regione ha stilato un protocollo (della durata di un anno) il cui obiettivo è l’integrazione delle persone accolte. Si tratta di un patto tra prefettura, regione, organizzazione regionale delle cooperative sociali, Forum Terzo settore, sindacati in base al quale i profughi potranno, come volontari, svolgere lavori utili, come ad esempio la manutenzione del verde. La regione ha stanziato un contributo di 100 mila euro per l’assicurazione, per un massimo di 50 euro a testa e quindi per circa 2 mila persone. (lp) 

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