16 giugno 2015 ore: 15:48
Immigrazione

Profughi, Caritas: se si chiudono le frontiere salta il sistema di accoglienza

Da ottobre del 2013 ad oggi sono transitate nelle strutture Caritas di Milano circa 12 mila persone. Tutte le strutture cittadine sono oltre il limite e i posti Sprar, seppur molto aumentati, non sono sufficienti. Ora Caritas ha messo a disposizione anche le docce di via Sammartini
Immigrati. Profughi respinti in Austria (Brennero). In fila

MILANO - Da ottobre 2013 ad oggi sono transitate nelle strutture Caritas di Milano circa 12 mila persone di cui 7400 adulti e il resto minori (su 63 mila passati da Milano). Fino ad oggi il tempo di permanenza è stato in media di quattro giorni. "Ma ora il flusso si è interrotto", scrive la Caritas in una nota.

In Casa Suraya, in via Padre Salerio 51, al momento sono 110 i profughi accolti, su 100 posti disponibili. Di questi, almeno 40 sono bambini. La struttura è già al limite e se non ci saranno cambiamenti il blocco continuerà: le strutture sono tutte oltre il limite della capienza. La Caritas ora ha messo a disposizione anche le docce del rifugio di via Sammartini, dedicato di solito ai senza dimora.

"È chiaro che se il flusso di uscita dai centri si blocca perché le persone vengono respinte alla frontiere, si crea un tappo che mette sotto pressione l’intero sistema e rischia di farlo saltare – afferma in una nota il direttore di Caritas Ambrosiana don Roberto Davanzo -. Delle due l’una: o si permette il deflusso negli altri paesi, oppure bisogna rendersi conto che è cambiato lo scenario e prendere le decisioni conseguenti". Nonostante l'aumento dei posti in accoglienza del sistema Sprar, ancora troppi richiedenti restano esclusi dal circuito: il governo è arrivato a finanziare 25 mila posti, ma solo lo scorso anno le richieste di asilo sono state 63 mila.

Di questi temi si discuterà, domani, mercoledì 17 giugno al centro Culturale San Fedele (ore 18, piazza San Fedele 4) all’incontro “Milano città di frontiera”. Interverranno l’assessore alla Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, Paolo Pagani (coordinatore della cooperativa Farsi Prossimo), Marco Mazzetti (psichiatra), Maurizio Ambrosini (docente di Sociologia delle migrazioni dell’Università di Milano). All’ingresso del convegno due mostre fotografiche illustreranno i progetti “Incontrarsi a Milano” e “OrtoProssimo”, esempi di buone pratiche per un’integrazione possibile. L’iniziativa è stata organizzata in vista della Giornata mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno. (lb)

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