Profughi, Cgil Veneto: "Basta con il caos, i nuovi arrivi segnino un punto di svolta"
VENEZIA - “L’annunciato arrivo di un’ulteriore quota di 722 migranti che fa salire a poco più di 7.000 il numero di profughi riservati al Veneto deve segnare una svolta nelle politiche di accoglienza, finora scaricate sulle Prefetture (e su pochi Comuni disponibili) ed affrontate, sull’onda dell’emergenza, con soluzioni che in più di un caso hanno creato tensioni e disagi con la popolazione e fra gli stessi migranti”. A dirlo è la Cgil del Veneto, che oggi prende la parola per chiedere un cambio di rotta.
“Se non fosse tragico, appare davvero ridicolo che in una regione con 5 milioni di abitanti sia così problematica la sistemazione nei 582 comuni che la compongono di alcune migliaia di persone fuggite da guerre, persecuzioni, fame ed approdate temporaneamente qui, in attesa di una destinazione definitiva – è l’accusa -. Gli atteggiamenti negativi di alcuni sindaci, la comoda indifferenza di altri, alcune inopportune affermazioni del Presidente della Regione stanno accatastando barriere nella gestione di un problema di non difficile soluzione. Questo capitolo deve essere immediatamente chiuso”.
La Cgil del Veneto chiede che “si proceda in tutti i Comuni a un rapido censimento dei potenziali punti di accoglienza, puntando a evitare i grossi concentramenti e a prediligere sistemazioni di poche unità spalmate sul territorio”. Si chiede, inoltre, una più efficiente attività di istruttoria per il riconoscimento dello status di rifugiato e del diritto alla protezione internazionale, “visto l’ ingente accumulo dei casi in attesa di definizione: su circa 3.000 domande in giacenza nel Veneto la capacità di disamina arriva a malapena a una quindicina al giorno, allungando in modo inaccettabile i tempi di attesa”. Per il sindacato serve, in questo senso, un diverso impegno da parte del ministero dell’Interno che attualmente affida questo compito ad una ventina di Commissioni Territoriali (ognuna composta da 4 membri) per l’intero territorio nazionale.
Da parte sua, la Cgil invita i propri iscritti e militanti a “farsi portatori di un’idea solidale dell’accoglienza e di farsi carico, come cittadini, di una richiesta di responsabilità ai propri amministratori cui non è data facoltà di decidere - né oggi, né domani e su nessuna materia - quali problemi eludere e quali invece affrontare”. (Gig)