25 giugno 2015 ore: 15:17
Immigrazione

Profughi, don Colmegna: "Expo non può ignorarli"

Insieme al Forum del Terzo settore propone la costituzione di un fondo per l'accoglienza dei profughi. "Che sia data ai visitatori Expo la possibilità di fare un'offerta. Anche gli sponsor sostengano l'ospitalità per chi scappa da una guerra"
Don Virginio Colmegna

MILANO – "L'Expo non può ignorare i profughi. Che sia data ai visitatori la possibilità di fare un'offerta. Anche gli sponsor dell'esposizione universale sostengano l'accoglienza di chi scappa dalla guerra". È l'appello di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, che domani con il Forum del Terzo Settore, presenterà la proposta di costituire del "Fondo comunità accogliente".  E lo farà a Cascina Triulza, il padiglione della società civile. "Il fondo servirà a far fare un salto di qualità nell'ospitalità dei profughi -aggiunge il sacerdote- Soprattutto a quelli che decidono di rimanere. In questi mesi si è legato il flusso di rifugiati a un problema di decoro per la Stazione. Dobbiamo evitare questo accostamento, bisogna dare una forma strutturale all'accoglienza. E deve avere la forma della gratuità, c'è troppa polemica sul costo dei profughi, su chi sfrutta la loro condizione. Sono i milanesi e la città che accolgono e per questo tutti devono poter partecipare". Alla presentazione del fondo parteciperanno anche gli assessori del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Marco Granelli (Sicurezza e coesione sociale".

Insieme al Fondo, il Forum del terzo settore propone anche la sottoscrizione di un "Patto di solidarietà" tra volontariato, istituzioni, privato sociale, imprese e cittadini. Sarà lo strumento per dare un nome a chi "in questi mesi si è prodigato molto per dare una risposta alla domanda immediata di accoglienza", spiega Sergio Silvotti, presidente della Fondazione Cascina Triulza e portavoce del Forum del Terzo settore Lombardi. Con la sua costituzione, il Patto dovrà stimolare un intervento anche dal Governo: "Quello che è mancato è invece un apporto della politica. C'è un ritardo a livello culturale sul modo di affrontare una questione che se ignorata rischia di farci rimanere sotto", commenta Silvotti. Per Silvotti è inutile raccogliere denaro se non c'è garanzia di un utilizzo virtuoso. Per altro, aggiunge, "ci sono in gioco già tante energie" su questa partita della primissima emergenza, che includono i volontari del mezzanino, fino ai centri d'accoglienza e al Comune. "Non c'è però solo questo problema a cui si deve cercare una risposta". Per altro, se Milano non si fosse attivata in questi mesi di arrivi alla Stazione Centrale, continua Silvotti, ci sarebbe stato un evidente paradosso: "Ad Expo ogni giorno ci sono migliaia di visitatori che vengono gestiti e invece se gli arrivi sono di profughi ci tremano i polsi? Non è possibile". (dp/lb)

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