Profughi, don Colmegna: "Expo non può ignorarli"
MILANO – "L'Expo non può ignorare i profughi. Che sia data ai visitatori la possibilità di fare un'offerta. Anche gli sponsor dell'esposizione universale sostengano l'accoglienza di chi scappa dalla guerra". È l'appello di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, che domani con il Forum del Terzo Settore, presenterà la proposta di costituire del "Fondo comunità accogliente". E lo farà a Cascina Triulza, il padiglione della società civile. "Il fondo servirà a far fare un salto di qualità nell'ospitalità dei profughi -aggiunge il sacerdote- Soprattutto a quelli che decidono di rimanere. In questi mesi si è legato il flusso di rifugiati a un problema di decoro per la Stazione. Dobbiamo evitare questo accostamento, bisogna dare una forma strutturale all'accoglienza. E deve avere la forma della gratuità, c'è troppa polemica sul costo dei profughi, su chi sfrutta la loro condizione. Sono i milanesi e la città che accolgono e per questo tutti devono poter partecipare". Alla presentazione del fondo parteciperanno anche gli assessori del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Marco Granelli (Sicurezza e coesione sociale".
Insieme al Fondo, il Forum del terzo settore propone anche la sottoscrizione di un "Patto di solidarietà" tra volontariato, istituzioni, privato sociale, imprese e cittadini. Sarà lo strumento per dare un nome a chi "in questi mesi si è prodigato molto per dare una risposta alla domanda immediata di accoglienza", spiega Sergio Silvotti, presidente della Fondazione Cascina Triulza e portavoce del Forum del Terzo settore Lombardi. Con la sua costituzione, il Patto dovrà stimolare un intervento anche dal Governo: "Quello che è mancato è invece un apporto della politica. C'è un ritardo a livello culturale sul modo di affrontare una questione che se ignorata rischia di farci rimanere sotto", commenta Silvotti. Per Silvotti è inutile raccogliere denaro se non c'è garanzia di un utilizzo virtuoso. Per altro, aggiunge, "ci sono in gioco già tante energie" su questa partita della primissima emergenza, che includono i volontari del mezzanino, fino ai centri d'accoglienza e al Comune. "Non c'è però solo questo problema a cui si deve cercare una risposta". Per altro, se Milano non si fosse attivata in questi mesi di arrivi alla Stazione Centrale, continua Silvotti, ci sarebbe stato un evidente paradosso: "Ad Expo ogni giorno ci sono migliaia di visitatori che vengono gestiti e invece se gli arrivi sono di profughi ci tremano i polsi? Non è possibile". (dp/lb)