Profughi, "ecco come cambiare il sistema per evitare casi di mala accoglienza"
MILANO - Per evitare casi di mala accoglienza dei profughi bisogna cambiare il sistema. Inefficienze e frodi sono figlie di una gestione emergenziale del fenomeno. Il Naga nel suo rapporto (Ben)venuti!, oltre a fare le pulci al sistema di accoglienza milanese, “avanza delle richieste per tentare di migliorare almeno in parte la situazione”. Innanzitutto chiede che non siano più rinnovate le convenzioni agli enti che non erogano i servizi previsti né a quelli coinvolti in inchieste giudiziarie. “Inoltre il criterio di assegnazione deve basarsi sulla qualità dei servizi offerti -sottolinea Pietro Massarotto, presidente del Naga-. Non è accettabile la logica del massimo ribasso”. Il Naga chiede infine più controlli nei centri di accoglienza.
Di per sé, fa notare il Naga nel rapporto, un sistema virtuoso di accoglienza già esiste in Italia, ed è lo Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Oggi quindi è in vigore un “doppio sistema”, quello prefettizio e lo Sprar (basato soprattutto sugli enti locali). Secondo il Naga, deve essere tutto ricondotto in un unico sistema secondo stardard più elevati come quelli dello Sprar. L'obiettivo è che ogni comune ospiti profughi, in proporzione alla propria popolazione, per realizzare così “un modello di accoglienza diffuso su tutto il territorio nazionale”. (dp)