Profughi eritrei e siriani, nuovo picco di arrivi a Milano ma i posti non ci sono
MILANO – "Siamo ad un nuovo picco di arrivi. Settembre sarà ancora un mese critico, ottobre dipenderà dalle condizioni del mare". Alberto Sinigaglia, presidente della Fondazione Progetto Arca, ripercorre gli avvenimenti nei centri d'accoglienza per i profughi allestiti a Milano. Solo ieri sono arrivate alle 00.30 da Taranto e con un pullman arrivato a Rogoredo 120 persone. Sabato notte ne sono arrivate circa altre 200. Per il loro inserimento volontari e operatori si sono dati da fare fino alle 3 di notte. "L'arrivo così tardi crea problemi, soprattutto alle cucine", aggiunge Sinigaglia. Al momento in stazione Centrale ci sarebbero altre 200 persone e i posti per l'accoglienza sarebbero terminati per questa notte.
Delle 120 persone arrivate ieri, 96 appartenevano a nuclei familiari. Paiono meno rispetto alle scorse settimane i minori non accompagnati. I tempi di permanenza a Milano sono scesi: "Al massimo in 4-5 giorni ripartono, eritrei compresi", aggiunge Sinigaglia. In particolare, nell'area ex Palasharp non si superano le due notti. "Addirittura ci sono 40-50 migranti al giorno che ci chiedono solo un pasto poi ripartono immediatamente", continua il presidente di Fondazione Progetto Arca. A detta dei migranti, la rotta verso Nord si prende soprattutto via treno.
Gli scorsi giorni l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha annunciato nel corso di settembre una riorganizzazione del sistema di accoglienza. Due dei centri della prima ora, via Aldini e via Fratelli Zoia, potrebbero chiudere per fare posto ad altre due grosse strutture. La prima è l'ex Palasharp, già attivo, la seconda sarà, dal 15 settembre, il Cie di via Corelli, riadattato per i profughi. Stando alle dichiarazioni di Palazzo Marino, nell'ex Cie ci saranno 140 persone. Nonostante i pieni, per questo weekend la struttura di via Fratelli Zoia è stata costretta a riaprire la palestra, inizialmente chiusa per ristrutturazione. (lb)