Profughi, in sei mesi a Milano 590 casi di scabbia. Presidio alla stazione centrale
- MILANO - Mezzogiorno alla stazione Centrale: i volontari con la pettorina arancione del Comune di Milano distribuiscono pasta al sugo, pane e acqua. La pasta è stata preparata nelle cucine di casa dei volontari della Chiesa evangelica apostolica. "Ne facciamo circa 35 chili al giorno", racconta Anna Miriaccio, che coordina i fedeli evangelici. Nel mezzanino ci sono circa 300 profughi, quasi tutti eritrei. Ci sono anche i volontari di Terre des hommes, che fanno giocare i bambini. E da oggi in stazione è attivo anche il presidio sanitario dell'Asl gestito insieme alla Croce rossa italiana: in una mattinata hanno visitato una sessantina di persone, di queste 30 sono state inviate all'ambulatorio di viale Jenner per scabbia. "Da gennaio a Milano abbiamo registrato 590 casi di scabbia - racconta Giorgio Ciconali, responsabile del presidio -. In buona parte erano profughi. È un vero e proprio record, in media registravamo sui 50/60 casi all'anno". "La scabbia non è una malattia grave - ci tiene a precisare -. È però molto fastidiosa, ma si può curare facilmente con le pomate. Molti profughi ne sono colpiti per le condizioni in cui hanno vissuto durante il viaggio. Non creiamo allarmismo".
Il Comune di Milano riesce a garantire circa 800 posti letto e, dall'ottobre 2013, ha ospitato circa 63 mila migranti, in gran parte siriani ed eritrei. Quasi tutti hanno lasciato la città dopo pochi giorni, nella speranza di raggiungere i Paesi del nord Europa dove chiedere asilo. In questi giorni, in cui il flusso dei profughi è aumentato, alcune decine non hanno trovato posto nei centri di accoglienza, gestiti in collaborazione con il terzo settore. Questa notte 98 sono stati sistemati nell'auditorium della Casa della carità: “Lo facciamo gratuitamente per dare il nostro contributo in una situazione drammatica -dichiara il presidente don Virginio Colmegna-. Non potevamo restare insensibili di fronte alle immagini di tante mamme con bimbi piccoli, di tante persone spossate dopo un viaggio lungo e accampate per terra nel mezzanino della Stazione Centrale. In Casa della carità non c’è un posto libero, tutte le stanze sono occupate dai nostri ospiti, e così abbiamo per l’ennesima volta aperto il nostro auditorium dove abbiamo sistemato le brandine della protezione civile”. (dp)