Profughi in Veneto, le cooperative: "Pericoloso cavalcare la paura"
TREVISO - “È pericoloso cavalcare un’onda quando non sai quanto alta può diventare”. Maurizio Trabuio della cooperativa “Casa a colori”, che accoglie al momento 80 profughi in 4 strutture tra Padova e Venezia, spiega con una metafora perché il clima che si respira oggi in Veneto è pericoloso. E parla, soprattutto, ai politici: “Quando accendiamo piccoli fuochi sappiamo che poi le cose possono scappare di mano – continua -. Credo che sia saltato ogni buon senso. Coltivare e alimentare la paura, che è innata e può far del male di per sé, è pericoloso: anche un’ombra, a quel punto, può gettare nel panico e provocare tragedie. La capacità di distinguere e di restare al proprio posto, di fare le cose con i criteri giusti, nonostante tutte le pressioni e le emergenze, impedisce di arrivare a queste situazioni”.
“Io tenderei per natura a cercare la parte positiva in ogni situazione – aggiunge -, piuttosto che ingigantire perplessità e paure”. Trabuio ricorda, ad esempio, l’impegno di molti profughi che, spontaneamente, in questi giorni hanno contribuito a liberare dalle macerie le aree colpite dal tornado in Riviera del Brenta.
Tra quelle macerie c’erano persone ospitate anche dalla cooperativa “Percorso vita”. Per don Luca Favarin “è molto triste quello che sta accadendo. L'esasperazione, la paura, l' incomprensione sono figlie di politiche dal corto respiro che preferiscono alzare muri che affrontare problemi, preferiscono eliminare che gestire. Quello dei profughi resta un problema: se lo si affronta in maniera intelligente e coordinata lo si gestisce. Altrimenti sarà sempre peggio. E fa infinita tristezza vedere che qualcuno usa i profughi per diventare capo popolo allo sbando”.