Profughi, pochi posti per chi transita da Milano: in 130 dormono in stazione Centrale
MILANO – La città di Milano è già in emergenza per i posti dei migranti in transito. Da tre giorni ci sono 130 eritrei che dormono in Stazione Centrale a cui si è dovuta aggiungere una donna siriana con un bambino di otto mesi perché arrivata troppo tardi per essere inserita in un centro. Capita che siano gli eritrei a rinunciare all'accoglienza in un centro per evitare ritorsioni di connazionali, ma la situazione pare destinata a complicarsi, secondo Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca. I posti rischiano di non essere sufficienti. Il motivo è che dal primo di maggio entrerà in vigore il nuovo accordo della Prefettura per la gestione tra Milano e provincia di 600 posti per un'accoglienza stabile di richiedenti asilo. Ma il sistema può funzionare solo se i profughi sono fotosegnalati: "La percezione è che la maggior parte non abbia lasciato le impronte digitali – spiega Sinigallia -. Non ne abbiamo la certezza, ma ce lo conferma il fatto che continuino a partire dopo quattro giorni di permanenza di media".
Al momento in via Aldini ci sono stabili 330 ospiti al giorno, con un flusso di uscita da tre giorni stabile sulle 80 persone. Ai posti di sola accoglienza se ne aggiungono 15 destinati a casi che meritano un controllo sanitario. Quattro di questi sono occupati da eritrei che ieri sera sono arrivati in Stazione Centrale con la scabbia. "La situazione è sotto controllo, capita spesso che gli eritrei, costretti a dei viaggi molto duri in cui hanno poca possibilità di lavarsi, arrivino con la scabbia. Normale amministrazione", aggiunge. I casi sono stati seguiti da un medico interno a Fondazione Progetto Arca e da altri due colleghi dell'Asl.
Per aumentare la portata dell'accoglienza per gli ospiti temporanei, il comune di Milano ha annunciato sempre a maggio l'allestimento di una tendopoli da cento posti interna all'ex Cie di via Corelli. "Sarebbe già piena con i 130 di Stazione Centrale", nota Sinigallia. Sintomo che il flusso spontaneo è più corposo di quanto non previsto in particolare da prefettura e ministero. E i centri d'accoglienza milanesi avranno 420 posti in meno disponibili per questo tipo di migranti per accogliere invece chi fa richiesta d'asilo. "Già adesso abbiamo recuperato 300 posti, ancora prima che entri in vigore l'accordo con la prefettura", conclude Sinigallia. (lb)