Pronto Badante, 25 mila telefonate in un anno per chiedere assistenza
FIRENZE – Sono circa 25 mila le telefonate arrivate in un anno al numero verde di Pronto Badante, il servizio della Regione Toscana per trovare assistenza domestica nel giro di 48 ore. Sono stati attivati circa 5 mila voucher per le persone che hanno prestato assistenza domestica agli anziani.
- E oggi, parte il secondo anno del progetto a estensione regionale. Il progetto coinvolge nel nuovo periodo di attività 26 soggetti capofila del terzo settore per la gestione degli interventi, a copertura dell'intero territorio regionale con 29 aree territoriali e zone distretto. Ma l'intero sistema di rete messo in campo dal progetto consta di ben 177 associazioni di volontariato, 88 cooperative sociali, 47 patronati e 33 altri soggetti onlus
"Ritengo che il valore aggiunto di Pronto Badante - ha detto l'assessore a sociale, diritto alla salute e sport Stefania Saccardi – consista proprio nel modello innovativo a livello di governance. Per la prima volta è il soggetto pubblico, l'istituzione, che va a casa dei cittadini tramite una rete composta da soggetti del volontariato e della cooperazione sociale per erogare servizi e orientamento alle famiglie, e offrire un punto di riferimento unico e personalizzato sulle esigenze della persona anziana in difficoltà. Ed è anche la prima volta che i soggetti del terzo settore, chiamati a operare insieme e a mettersi in rete per la gestione del progetto, realizzano una stretta integrazione e collaborazione in tutti i territori, un altro punto di forza e di innovazione del Pronto Badante che consolida il tessuto sociale della nostra regione”.
Pronto Badante è stato e continua ad essere un laboratorio di sperimentazione. Una delle prossime tappe può essere costituita, secondo l'assessore, dall'integrazione col bando del Fondo Sociale Europeo lanciato per l'accompagnamento e l'assistenza domiciliare nella fase post-dimissioni di persone con particolari fragilità, cioè anziani over 65 che hanno problemi temporanei di autonomia o sono a rischio di non autosufficienza, e disabili gravi. Anche qui la formula, che diminuisce gli interventi residenziali, si basa su prestazioni e servizi socio-sanitari tempestivi fruibili tramite 'buoni servizio', per facilitare il rientro a casa degli anziani in seguito alla dimissione dall'ospedale o da una struttura pubblica di cure intermedie o riabilitative.