12 novembre 2015 ore: 15:47
Immigrazione

Protesta di richiedenti asilo e operatori sotto la prefettura a Roma. "Persone, non pacchi postali"

Sit-in dopo che dal Cara di Castelnuovo di Porto sono state trasferite 100 persone, senza alcun preavviso e senza conoscere la destinazione verso la quale erano dirette. Il prefetto ha incontrato una delegazione
Persone, non pacchi postali - Manifestazione 1
Le immagini della protesta dei richiedenti asilo e degli operatori
Persone, non pacchi postali - Manifestazione 1

ROMA – “Sono persone, non sono pacchi postali” hanno gridato stamattina richiedenti asilo e operatori sotto la prefettura di Roma, dopo che dal Cara di Castelnuovo di Porto sono state trasferite 100 persone, senza alcun preavviso e senza conoscere la destinazione verso la quale erano dirette. Il vice Prefetto Roberto Leone haincontrato due esponenti delle diverse realtà che erano in presidio questa mattina in Piazza SS. Apostoli insieme all’associazione Laboratorio 53, per rivendicare il diritto ad un’accoglienza degna. L’associazione romana che dal 2008 si occupa di offrire percorsi di accoglienza e supporto psicologico e sociale a migranti, richiedenti asilo, minori e vittime di tortura, qualche giorno fa aveva denunciato la notizia dei trasferimenti verso destinazione ignota di alcuni dei richiedenti asilo ospiti nel Cara di Castelnuovo di Porto, gestito dalla Cooperativa Auxilium (una delle cooperative implicate nella cosiddetta vicenda di “Mafia Capitale”). 

Persone, non pacchi postali - Manifestazione 2

Lo scorso venerdì 28 ottobre, tre ragazzi seguiti da Laboratorio 53, provenienti dal Pakistan e dalla Costa d’Avorio, hanno informato l’associazione di aver ricevuto l’ordinanza di trasferimento dal Cara, ma di non conoscere la destinazione verso la quale erano diretti. Ad un centinaio di richiedenti asilo residenti nel centro, di cui la maggior parte stava aspettando l’esito della commissione Territoriale di Roma è stata fatta firmare, infatti, la richiesta di dimissioni dal centro d’accoglienza, con l’avviso che il trasferimento in un’altra struttura sarebbe dovuto avvenire nelle successive 48 ore. Nessun’altra informazione è stata data loro. Né sulla meta, né sul tipo di centro nel quale sarebbero stati diretti, né tanto meno dei criteri di selezione attraverso cui sarebbero state scelte le persone da trasferire. 

Persone, non pacchi postali - Manifestazione 3

Il 2 Novembre da Castelnuovo di Porto sono partiti due pullman: uno diretto verso la Toscana, l’altro verso Torino. A bordo, c’erano due gruppi di 50 persone, informati dalla cooperativa Auxilium solamente del fatto che qualora avessero rifiutato il trasferimento, avrebbero perso il diritto di accoglienza nella struttura. Pensavano di venire portati in centri di seconda accoglienza, ma così non è stato. Difatti, nella stessa serata, gli operatori di Laboratorio 53 sono venuti a conoscenza del fatto che il gruppo condotto in Toscana era stato trasferito in una tendopoli della Croce Rossa nei pressi di Lucca, e che addirittura le altre strutture di destinazione non erano state avvisate dei nuovi arrivi. 

Persone, non pacchi postali - Manifestazione 4

Intanto, da circa tre settimane, nel Cara della Cooperativa Auxilium un gruppo di profughi siriani, appena arrivato da Pozzallo, ha iniziato lo sciopero della fame. Infatti, da giorni ormai i rifugiati dormono accampati nella sala della mensa, perché nella struttura non c’è posto e le stanze devono essere risistemate. I ragazzi hanno dichiarato di essere stati identificati sbarcati il 6 ottobre in Sicilia, e che sarebbero stati inviati a Castel Nuovo di Porto in attesa di essere trasferiti in Germania: destinazione per la quale la maggior parte di loro avrebbe fatto richiesta.

Laboratorio 53, insieme ad Asinitas Onlus, Esc Infomigrante, Sci, Resistenze Meticce, Insesinverso, Parsec, ALA, Cittadini del Mondo, Befree, Casa internazionale delle Donne, Libellula, LaciateCIEntrare ha chiesto alla Prefettura di Roma che i migranti vengano adeguatamente informati sulle procedure e sulle ragioni alla base dei trasferimenti, che si considerino i percorsi di inserimento socio sanitari avviati nei territori e che venga reso pubblico il futuro dello status giuridico del centro di Castelnuovo di Porto, nell’ambito delle trasformazioni di ordine locale e nazionale in corso nel sistema di accoglienza. Il vice Prefetto ha risposto che le disposizioni del trasferimento sono arrivate dal Ministero dell’Interno e che la procedura di selezione delle persone trasferite è stata fatta insieme alla cooperativa che ha in gestione il Cara ed ha aggiunto che la superficialità delle modalità con cui i 100 rifugiati sono stati trasferiti è dipesa dai tempi, troppo brevi, per l’applicazione delle disposizioni. (Marta Menghi)

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