Protezione sociale, la spesa sfiora gli 8 mila euro l’anno per abitante
ROMA - Nel 2012 in Italia la spesa per la protezione sociale (articolata nelle tre aree di intervento della previdenza, della sanità e dell’assistenza) supera il 30 per cento del Pil, il valore per abitante sfiora invece gli 8 mila euro l’anno. All’interno dei paesi Ue27, l’Italia presenta valori appena superiori alla media dell’Unione, sia in termini pro capite, sia di quota sul Pil. Sono i dati contenuti nel rapporto "Noi Italia", pubblicato oggi dall'Istat.
Oltre la metà della spesa per la protezione sociale è dedicata alla vecchiaia (51,9 per cento), per la parte rimanente, tra gli altri capitoli di spesa, il 5,8% va all'invalidità e il 4,6 alla famiglia. Rispetto al 2005 sono in aumento le quote di spesa destinate a vecchiaia e disoccupazione, mentre registrano una diminuzione le quote relative alle rimanenti funzioni.
Servizi per l'infanzia. Nel 2011 il 55,1 per cento dei comuni italiani ha attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per l’infanzia. Rispetto all’anno precedente si registra una lieve flessione (era 55,2 per cento) da attribuirsi alla diminuzione dei servizi integrativi e innovativi. La disparità fra le regioni nella diffusione di servizi per l’infanzia è particolarmente ampia, dal 13,2 per cento in Calabria al 100 per cento in Friuli-Venezia Giulia. Per la prima volta dal 2004 scende, seppur in misura lieve (-0,5 punti percentuali rispetto al 2010), la percentuale dei bambini che utilizzano servizi pubblici per l’infanzia (13,5 per cento nel 2011). La distribuzione sul territorio nazionale è molto disomogenea, con ampi divari tra il Nord-est (19,2 per cento) e il Mezzogiorno (5,0 per cento). A livello regionale, si passa dal 2,5 per cento della Calabria al 26,5 per cento dell’Emilia-Romagna.