10 luglio 2014 ore: 11:41
Disabilità

Province, i dubbi della Ledha sui servizi per gli studenti con disabilità

Ancora non ci sono risposte su come verranno distribuite le deleghe per il trasporto degli studenti con disabilità e la loro assistenza durante le ore di lezione. Merlo (Ledha): "Il rischio è di perdere delle competenze che andrebbero valorizzate"
Disabile a scuola, sostegno

MILANO – Dal 7 aprile 2014, il riordino delle province è legge. Da allora Ledha chiede a gran voce che ne sarà delle deleghe sulla disabilità che prima erano in mano alle Province: come avverrà il traserimento? Sarà automatico? Al momento regna l'incertezza: "Non vorremmo che si perdesse quel patrimonio di competenze professionali che si è accumulato in questi anni e che pensiamo vada valorizzato", spiega Giovanni Merlo, direttore di Ledha. In Lombardia le famiglie hanno avuto risposte molto diverse da provincia a provincia: "L'inizio dell'anno scolastico non aspetta che ci sia ordine", aggiunge. Proprio la partita trasporto scolastico, in particolare per gli studenti che inizieranno le scuole superiore, è quella che più preoccupa Ledha. "Mi pare che la questione delle disabilità sensoriali sia più presidiata", precisa Merlo. Il che significa che dovrebbe prendersene cura la città metropolitana, ente di cui però al momento non si conoscono nemmeno i confini.

Per il trasporto pubblico e l'assistenza scolastica la situazione è complicata dal fatto che quando si tornerà sui banchi le Province ci saranno ancora, mentre a giugno 2015 saranno abolite. "Questo è un problema oggettivo: le risposte delle Province sono molto diverse riguardo quello che accadrà. La nostra priorità ora è coprire questo servizio, non importa adesso quale ente pagherà", dice Merlo. Secondo Ledha è necessario mantenere un ente "sovrazonale", che monitori la qualità del servizio nel suo complesso. Insomma, la questione del diritto allo studio delle persone con disabilità non può essere delegata solo ai Piani di zona, strumenti di programmazione dei servizi sociali e sociosanitari introdotti nel 2008. Il tema non può essere lasciato in secondo piano, specifica Merlo, "perché attiene alla qualità della vita delle persone, che non può subire un brusco arretramento". A causa, per altro, di una riforma di cui non si sono studiate le conseguenze. (lb) 

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