19 febbraio 2016 ore: 14:37
Salute

Psichiatria: muore Simone Sandretti, fondatore del Torino mad pride

A sua volte utente psichiatrico, da anni si batteva per il pieno riconoscimento del diritto di partecipazione di quelli che amava chiamare “matti”. E per un dialogo con la società che andasse oltre la coercizione, il pietismo e la stessa idea forzosa di “guarigione”. I funerali domani mattina a Torino
Simone Sandretti

Simone Sandretti

TORINO - Lo scorso weekend – mentre, in seguito alle rivelazioni sul caso Soldi, l’Italia tornava a interrogarsi sulle morti da Tso e (finalmente) su un approccio alternativo alle cure psichiatriche – a Torino se n’è andato un personaggio che quell’alternativa la stava teorizzando e praticando dal basso, da almeno cinque anni. Simone Sandretti è stato il fondatore del Torino Mad Pride, il collettivo che dal 2011, oltre a organizzare una parata annuale degli utenti psichiatrici, agiva come un vero e proprio sindacato di categoria dei matti. Avrebbe compiuto quarant’anni tra qualche mese, e lascia una compagna e due figli piccoli: nelle ore successive alla sua morte, il suo profilo facebook era già letteralmente invaso da decine di messaggi, foto, ricordi e dalle domande incredule di amici e conoscenti. 

Non è importante, in questa sede, dilungarsi sulle circostanze della sua morte, che la famiglia ha comunque scelto di tenere riservate. Ciò che conta, invece, è la lotta che, fino alla fine, Simone aveva cercato di portare avanti per un pieno riconoscimento del diritto di  cittadinanza dei cosiddetti matti; e per un dialogo tra i folli e il resto della società che andasse oltre la coercizione, il pietismo o lo stesso concetto di “guarigione”. 

Nel 2011, di fronte all’eventualità di un ennesimo ricovero “spontaneo”,  Sandretti (diagnosticato qualche anno prima come “disturbo bipolare grave”) si era dato alla macchia, fuggendo dapprima a Roma e poi di nuovo a Torino, nascosto in casa di amici.  “Proprio in quei giorni – ci avrebbe confidato qualche anno più tardi  - iniziai ad avere una visione, quella dei matti che sfilavano in corteo per le strade della città. Quando iniziai a parlarne con Luca Atzori, e con quello che poi sarebbe diventato il direttivo del nostro movimento, fummo tutti d’accordo nel credere che quel delirio meritasse di trasformarsi al più presto in realtà”. A meno di un anno da quelle riunioni, nel giugno del 2012, il Mad Pride avrebbe in effetti organizzato la prima marcia a livello europeo per la rivendicazione dell’Orgoglio dei matti, evento che da allora si è tenuto ogni anno. Non solo; con i suoi compagni, oltre a promuovere happening e rassegne culturali, Sandretti avrebbe presto iniziato a svolgere attività di mediazione tra utenti e istituzioni dei servizi psichiatrici, agendo di fatto come un vero e proprio sindacalista dei folli: a tal proposito non è esagerato dire che il Mad Pride abbia anticipato la sanità e la psichiatria italiana, che qualche mese fa si sono finalmente decise a lanciare, in diversi distretti Asl del Paese, una serie di sperimentazioni basate per l’appunto sul dialogo e la mediazione, più che sul ricovero e la farmacologia coercitiva. 

Nel maggio del 2014, Sandretti era stato forse il più entusiasta e convinto tra i promotori dell’occupazione dell’ex Centro di salute mentale di via Gorizia (Torino sud), occupato dal Mad Pride dopo anni di abbandono e presto ribattezzato “Repubblica dei matti”. Al punto che - nel tentativo di resistere allo sgombero - finì per fratturarsi una gamba, cadendo dal tetto della struttura e procurandosi così l’ennesimo ricovero in un reparto di psichiatria. Dal quale fuggì però nel giro di qualche giorno, tornando a occupare quello spazio con un pugno d’altri utenti, in barba ai chiodi ortopedici che gli tenevano insieme le ossa dal ginocchio alla caviglia. Non a caso, il modello di quell’occupazione era la Weglaufhaus, la “Casa del fuggitivo” occupata nel ’98 a Berlino per offrire un riparo a quanti volessero sottrarsi dalle pratiche più invasive e coercitive della psichiatria tradizionale.  

I funerali di Simone Sandretti si terranno domani mattina (sabato 20 febbraio) a Torino. L’appuntamento è per le ore 9.15, nella Parrocchia di Gesù adolescente, in via Luserna di Rorà 16. Dopo la messa, il corteo funebre si sposterà nel Tempio crematorio del cimitero monumentale, in piazzale Carlo Tancredi Falletti di Barolo (già corso Novara). Gli amici e i familiari di Simone, invitano chi volesse partecipare a farlo “nel massimo rispetto per il dolore di tutti,ma sopratutto dei suoi figli”. Chiedono inoltre, a chiunque sia disposto a farlo, di portare con sé una girandola colorata. (ams)

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