Qui vivo qui voto: arrivano i seggi “simbolici” per gli stranieri
ROMA - Nonostante la scarsa fiducia verso i politici andrebbero a votare in massa. Gli immigrati intervistati nel sondaggio realizzato a luglio scorso dalla Fondazione Leone Moressa non avevano dubbi in proposito. Ben il 75,9% degli stranieri dichiara che andrebbe a votare alle elezioni in Italia. Il 23,1% dichiarava uno scarso interesse verso la politica mentre i restanti non andrebbero a votare perché "tanto i politici non fanno mai gli interessi degli immigrati".
Per migliorare la conoscenza dei meccanismi della politica e stimolare una partecipazione più attiva alla vita pubblica dei cittadini stranieri ad Arezzo è stata organizzata la campagna “Qui Vivo Qui Voto”, che il 31 maggio, in occasione della tornata elettorale delle amministrative, allestirà dei seggi per raccogliere il voto, per ora “simbolico”, dei cittadini stranieri. La consultazione si dovrebbe svolgere nella centrale Piazza S.Iacopo ma il prefetto ha subordinato il via libera ad un parere del ministero dell'Interno.
Non si tratta infatti delle classiche e ormai superate elezioni dei cosiddetti consigli degli stranieri. Nessuna lista “nazionale” o candidature per forme di rappresentanza parallele. Si utilizzeranno delle schede elettorali speciali ma con le stesse sigle delle 16 liste che si presentano ad Arezzo e i cittadini stranieri esprimeranno la preferenza per uno dei 9 candidati a sindaco della città.
“Ci siamo stancati di essere oggetto di discussione e dibattito delle campagne elettorali ed essere chiamati con il porta a porta solo per le primarie dei partiti”, sostiene Tito Anisuzzaman, presidente dell'Associazione Culturale del Bangladesh che promuove l'iniziativa. L'associazione è presente, insieme ad un folto numero di volontari di seconda generazione e di varie nazionalità e alle associazioni di migranti locali, ogni sabato nel mercato di Via Giotto e in altri luoghi molto frequentati della città con dei gazebo proprio come nella migliore tradizione delle campagne elettorali dei partiti.
Solo che lo scopo di Tito e degli altri volontari non è quello di sostenere un candidato o una lista piuttosto che un'altra, ma invitare i cittadini stranieri che ancora non possono votare a recarsi il 31 maggio alle urne di Piazza S.Iacopo e far capire loro l'importanza della partecipazione alla vita pubblica.
“Una vera integrazione non può prescindere dalla partecipazione consapevole all'interno della polis” sostengono i responsabili del progetto europeo IParticipate promosso da Anci Toscana nell'ambito del quale si svolge la campagna “Qui Vivo Qui Voto”. E' proprio grazie al progetto IParticipate che si è potuta conoscere l'esperienza analoga svolta a Friburgo nel maggio del 2014. Elezioni simboliche in città dove le percentuali di residenti stranieri si aggirano attorno al 10% e paesi, la Germania e l'Italia, in cui l'ottenimento della cittadinanza e del diritto di voto continuano ad essere appannaggio di pochi. Questo nonostante il Parlamento Europeo dal 1992 si sia espresso con una raccomandazione che incoraggia gli stati membri ad estendere il diritto di voto anche ai cittadini residenti ma provenienti da paesi non comunitari. Eppure ancora oggi sono più di 15 milioni le persone che risiedono regolarmente, vivendo, lavorando e pagando le tasse nei paesi europei ma non godono di questo diritto.
“Eppure”, afferma il presidente dell'associazione del Bangladesh, “molti cittadini italiani che si avvicinano ai gazebo pensano che basta essere nati in Italia per avere la cittadinanza e il diritto di voto”. Informare i propri vicini di casa e invitare gli aretini a firmare la petizione a favore dell'estensione del diritto di voto è d'altronde uno degli obiettivi della campagna. (Anna Meli)