Ragazzi con disabilità e non, successo del progetto "Avvicinabili: quasi amici"
CARPI (Modena) – “I ragazzi continuano a uscire, anche terminato il periodo obbligatorio per ottenere i crediti formativi. C’è chi esce per un gelato, chi per una pizza e chi passa insieme i pomeriggi a studiare psicologia. Per noi è un bel successo”. Nelson Bova dell’associazione Il Tesoro Nascosto non nasconde la soddisfazione per l’edizione ‘numero zero’ del progetto “Avvicinabili: quasi amici”, partito a Carpi lo scorso gennaio per favorire la relazione tra giovani coetanei under 20 con disabilità e non. Delle 36 coppie formate, oggi 32 sono ancora in essere: i ragazzi e le loro famiglie sono contenti, gli studenti di Scienze dell’educazione dell’Università di Modena e Reggio (Unimore) anche, tanto da portarlo avanti ben oltre il termine previsto dall’ateneo. “Dopo i primi momenti di impasse – continua Bova –, dovuti magari a genitori troppo invadenti, tutto è filato liscio: abbiamo messo in chiaro che i ‘quasi amici’ non sono educatori ma, appunto, amici sullo stesso piano. Unimore ha sempre vigilato sui suoi studenti coinvolti, ha creato una bella rete di persone motivate, consentendo al progetto di raggiungere quest’ottimo risultato”.
In queste settimane è partita la nuova edizione, con una novità: tutti gli studenti dell’ateneo (e non solo quelli di Scienze dell’educazione) potranno aderire al progetto. “Ci prepariamo per una nuova infornata – sorride Bova –. Fin qui abbiamo coinvolto solo studentesse, pescando da un bacino più ampio magari arriverà anche qualche ragazzo”. Nel frattempo, Unimore ha deciso che sottoporrà un questionario a tutti i partecipanti per farne uno studio e analizzare criticità e successi, affinché “Avvicinabile” diventi replicabile: “In pratica, sarà valutato come metodo scientifico, e ne siamo felici. Sono moltissime le persone che ci contattano per chiederci di sviluppare il progetto anche sul loro territorio, ma i nostri mezzi sono limitati, considerato che si basa tutto su lavoro volontario. Per questo suggeriamo che gli interessati si attivino in prima persona”.
“Avvicinabili”, intanto, si prepara a sbarcare anche all’Università di Bologna: i primi contatti ci sono stati, ora si tratta di capire quando tutto sarà pronto per partire. “Vorremmo anche sperimentare il progetto con i profughi, creando coppie tra loro e gli universitari. Ma in questo caso le dinamiche sono un po’ più complicate: siamo al lavoro per capire come intervenire. Non siamo che all’inizio”. (Ambra Notari)