Ragazzi disabili maltrattati, “inciviltà di una cooperativa finanziata dallo Stato”
ROMA – La cooperativa Suami è stata sottoposta a sequestro preventivo, mentre otto provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nei confronti dei responsabili della struttura di Licata oggetto dell'inchiesta “Catene spezzate”. E i ragazzi con disabilità che qui hanno subito maltrattamenti e violenze sono stati trasferiti presso un'altra struttura di Licata, gestita dalla cooperativa Arcobaleno. A dare l'aggiornamento sulla triste vicenda è il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone che ieri è andato a Licata, proprio per incontrare i ragazzi, ma “soprattutto per testimoniare la presenza dello Stato e l'attenzione rispetto a episodi d'inciviltà in comunità che sono finanziate dallo Stato”. E per “verificare che la situazione nuova in cui i ragazzi sono trasferiti per la loro attività scolastica e di vita sia luogo adatto alle loro esigenze”. Le condizioni dei ragazzi, nella struttura in cui sono stati trasferiti, sono buone: “loro stessi hanno detto di stare meglio di prima”, riferisce Faraone. Non frequentano più la scuola privata in cui la cooperativa Suami li accompagnava, ma sono iscritti a una scuola pubblica.
La visita a Licata è stata per Faraone anche l'occasione per sottolineare l'impegno del governo in materia di disabilità, “dal Dopo di noi alla legge sull'autismo. E poi c'è la delega sul sostegno che ci è cara perché serve a costruire inclusione. Ma c'è anche il ruolo di enti locali e comunità per far sì che episodi come quello di Licata non accadano più. Non c'è legge – ha detto Faraone – che possa mettere a posto il cuore e il comportamento di persone che non meritano nessun rispetto, dopo che hanno calpestato la dignità di esseri umani”. (cl)