Ragazzo autistico caduto dal secondo piano al Don Guanella. La madre: non è suicidio
Domenica sera a Roma e' caduto dal secondo piano dell'Opera Don Guanella - Centro di Riabilitazione Disabili Psicofisici, in via Aurelia Antica, un ragazzo autistico. Tuttora e' ricoverato in rianimazione all'Ospedale San Camillo. "Simone e' in condizioni molto gravi e la prognosi e' riservata. Attualmente e' in coma ed e' anche sedato", racconta alla DIRE Nadia Donadini, la mamma di Simone.
"Mio figlio ha 34 anni e non sa nemmeno cosa significhi il suicidio. Ha una sindrome autistica, e' epilettico, deambula bene ma non e' una persona autosufficiente. Ha un ritardo mentale ed e' sempre stato un ragazzo sereno, perche' nonostante il suo disturbo gli abbiamo garantito un'ottima qualita' di vita", ha aggiunto.
"Ogni sera arriva un notturno dedicato a lui, e nell'attesa che arrivi il notturno Simone rimane con l'operatore dell'istituto: un notturno solo per 20 ragazzi in un corridoio ad L.- spiega Donadini-. Abbiamo sempre detto che non si puo' mai abbassare la guardia, l'attenzione, ne' perdere di vista tutti i ragazzi con un disturbo come quello di mio figlio. Eppure domenica sera mio figlio stava facendo un riposino su un divanetto in una stanza dove c'e' una finestra con una protezione alta. L'operatore del piano si era dovuto allontanare per andare a cambiare un ragazzo e, nel frattempo, Simone si e' svegliato. Mi hanno detto che si e' arrampicato sul davanzale ed e' caduto di sotto. È vero che deambula- precisa la mamma- ma non avverte il pericolo e quando cammina c'e' sempre qualcuno accanto a lui, proprio perche' non avverte gli ostacoli. Una volta arrampicato si sara' sbilanciato ed e' andato giu'. Magari si fosse sbilanciato all'interno- ripete la donna- sarebbe caduto sul pavimento".
Per Donadini "bisognerebbe fare, come Forum ex articolo 26 (il coordinamento per la difesa dei servizi di assistenza e riabilitazione ai disabili), un'interrogazione alla Regione Lazio e dire che per i ragazzi gravi e gravissimi si debba differenziare la retta e dare piu' assistenza. Un conto e' guardare un ragazzo incarrozzato, un altro ragazzi come il mio. Faro' una guerra infinita- continua la mamma- se il Don Guanella e' nel giusto a tenere un operatore ogni 20 soggetti, allora faremo la guerra alla Regione a livello di Alta Avvocatura, perche' quello che e' successo non doveva succedere".
Dal Centro "l'operatore e' scioccato. È ricoverato anche lui. Tutto il personale e' senza parole- fa sapere Donadini- perche' la finestra e' protetta da una paratia trasparente molto resistente. La protezione alla finestra c'e' e questo ci ha lasciato senza parole. Come ha fatto a buttarsi? È una dinamica che non riusciamo a comprendere. So che la polizia e' intervenuta e che le indagini sono in corso anche se nessuno mi ha ancora contattata".
La chiamata al 118 e' stata effettuata domenica sera "alle 21.45 e il tragico evento e' avvenuto pochi minuti prima- precisa Francesco Cannella, direttore del personale dell'Opera Don Guanella-. Noi abbiamo sempre avuto una massima attenzione nei confronti di Simone, ed e' stata altissima anche quella sera. Ad oggi, dopo una indagine interna, non sono state riscontrate delle inadempienze di nessun tipo. Piu' che altro si e' trattato di un comportamento a noi risultato assai imprevedibile: Simone si trovava nella stanza attrezzata appositamente per lui, con tutte le accortezze realizzate su misura, tra cui un parapetto rinforzato e piu' alto nella sua finestra per garantire una maggiore sicurezza. Non e' vero che Simone ha rotto finestra e parapetto- afferma Cannella- lui lo ha scavalcato. Ogni finestra si puo' aprire e una volta aperta c'e' generalmente un vetro bloccato di 1 metro e 80, ma nella stanza di Simone c'e' un doppio vetro che arriva ben piu' in alto. Simone lo ha scavalcato ma non voleva buttarsi. Non era un suicidio- chiarisce il direttore del personale- forse era in esplorazione, ma questo tipo di esplorazione cosi' estrema non era prevedibile in cosi' poco tempo".
L'operatore all'interno della struttura, tiene a precisare la dinamica il direttore del personale dell'Opera Don Guanella, "era li' vigile nei confronti di Simone, che si era addormentato sul divano di questa stanza attrezzata appositamente per lui. A quel punto si e' allontanato per pochi minuti per cambiare il pannolone di un altro paziente lasciando il ragazzo addormentato sul divano. L'operatore e' rientrato subito dopo nella stanza di Simone ma ha trovato il divano vuoto, come in un film horror". In quel reparto, sottolinea l'esponente del Centro, "assieme all'operatore, collabora anche un infermiere che e' di supporto. Detto questo- prosegue Cannella- la mamma ha ragione nel dire che servirebbero piu' fondi per gestire ragazzi cosi' complessi. Questo non vuol dire che pero' non siamo riusciti a dargli l'attenzione necessaria. È stato un fatto del tutto fortuito, dovuto ad una imprevedibilita' per noi assoluta. È chiaro che maggiori risorse da parte della Regione permetterebbero di fare un lavoro decisamente migliore- prosegue- e la battaglia la stiamo conducendo anche noi. Siamo in fase di elaborazione di un progetto per persone ad alto bisogno di attenzioni ma senza fondi non puo' partire. Siamo in linea con la madre e con chi vuole un 'Dopo di noi' con fondi maggiori. Quello che c'e' adesso e' il massimo possibile con le risorse che abbiamo- conclude- ci auspichiamo che le cose cambino".
Stefano Giannessi, presidente del Forum ex articolo 26, conclude affermando che "il Forum si adoperera' perche' vadano rivisti tutti i regolamenti". (DIRE)