Raid xenofobo a Macerata, almeno 6 feriti. Sgomento, ma i toni non calano
MACERATA - C’erano una volta le Marche tranquille. C’era una volta un’isola felice, di cui anche la cittadina di Macerata faceva parte. Una cittadina sconvolta nell’ultima settimana da due gravissimi fatti di cronaca. Dapprima il ritrovamento, in 2 trolley, del corpo di Pamela Mastropietro, la ragazza romana allontanatisi dalla comunità di recupero in cui era entrata per disintossicarsi e che tre giorni fa ha trovato la morte in città. Per l’omicidio, il vilipendio e l’occultamento di cadavere (questi i reati contestati) è stato fermato Innocent Oseghale, 29enne nigeriano con precedenti per spaccio di droga e con il permesso di soggiorno scaduto. Il giovane è in carcere e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nella sua abitazione, però, sono stati ritrovati numerosi reperti (i vestiti della vittima e tracce di sangue, oltre a vari coltelli di grosse dimensioni e una mannaia)che sembrano lasciare pochi dubbi agli inquirenti. Una vicenda che ha sconvolto un’intera comunità.
Neanche il tempo di metabolizzare l’accaduto che, questa mattina – sempre a Macerata - un uomo ha esploso diversi colpi di arma da fuoco verso alcuni passanti da una autovettura di colore nero. I feriti accertati, sei, sono tutti stranieri; uno di loro è stato sottoposto ad intervento chirurgico.
Il panico si è propagato per la città, con il sindaco Carancini che ha invitato la gente a non uscire di casa e ha chiesto alle scuole di non far uscire i ragazzi. Subito sono scattate le misure di sicurezza per il controllo del territorio che hanno portato in breve tempo al fermo del presunto responsabile. Si tratta di Luca Traini, 28 anni, alto un metro e ottanta, testa rasata. Nelle elezioni comunali del 2017 si stato candidato a Corridonia, in provincia di Macerata, nella lista della Lega Nord. E’ incensurato. E’ stata arrestato mentre, con una bandiera tricolore sulle spalle, è salito sui gradini del monumento ai caduti. La pistola l’aveva lasciata nella sua auto.
Al momento è difficile capire se i due fatti di cronaca sono direttamente legati tra loro.
Il premier: "Confido nel senso di responsabilità delle forze politiche". Paolo Gentiloni ha dapprima telefonato al sindaco di Macerata, Romano Carancini, apprezzandone le parole di responsabilità istituzionale con le quali si è rivolto ai suoi concittadini sin dal primo momento dell'accaduto. Poi Gentiloni si è riunito con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, per fare il punto della situazione.
E in seguito, in una dichiarazione a Palazzo Chigi, ha affermato: "La magistratura assumerà le proprie decisioni, ma una cosa è certa: delitti efferati e comportamenti criminali saranno perseguiti e puniti. Questa è la legge, questo è lo Stato". "Lo sparatore che ha colpito alcuni cittadini inermi - continua- è stato arrestato e so di interpretare il sentimento di tutti nel ringraziare le forze dell'ordine per il loro intervento". Gentiloni riferisce che "il ministro Minniti presiederà oggi pomeriggio il comitato per la sicurezza e l'Ordine pubblico presso la Prefettura di Macerata, sarà anche l'occasione per esprimere la vicinanza del governo a una comunità che nei giorni scorsi è stata già colpita da un efferato delitto nel qual è stata massacrata una ragazza".
"Confido nel senso di responsabilità di tutte le forze politiche: comportamenti criminali non possono avere alcuna motivazione ideologica". Così il premier Paolo Gentiloni in una dichiarazione a Palazzo Chigi. Gentiloni scandisce: "I delinquenti sono delinquenti. Lo Stato sarà particolarmente severo verso chiunque pensi di alimentare una spirale di violenza. Fermiamolo questo rischio, fermiamolo subito, fermiamolo insieme, odio e violenza non riusciranno a dividerci. Il popolo italiano saprà stringersi attorno alle istituzioni e i comuni valori della Repubblica", conclude.
Subito sono cominciate a piovere le reazioni da parte di tutte le forse politiche e di qualche associazione. Tra queste ultime, la campagna LaciateciEntrare ha scritto su twitter: “Un raid agghiacciante. Nelle nostre decorose città, sotto i nostri occhi indifferenti. La caccia al migrante continua. E no, non chiamatelo il gesto di un folle”. E sempre su twitter Roberto Saviano afferma: “Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro".
"A Macerata, questa mattina, sono accaduti fatti gravi che potevano avere conseguenze ancora più tragiche" ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia. "A un atto di barbarie, come ha detto lo zio di Pamela, non si risponde con altrettanta barbarie. Si risponde accertando i fatti e punendo i responsabili individuali con pene adeguate alla gravità del reato", ha aggiunto Marchesi. "Purtroppo il clima di odio che circola nel paese alla vigilia della campagna elettorale non prelude a nulla di buono. C'è chi l'odio, anziché contrastarlo, lo semina, favorendo e persino giustificando episodi come questo. Speriamo che da oggi ognuno sia consapevole delle parole che usa e dell'effetto che possono suscitare".
La Cgil: “Quanto avvenuto oggi a Macerata è sconcertante. Una violenza inaudita, ingiustificabile, alimentata da un clima reso sempre più dedito all’odio”. “Quanto si è verificato - prosegue il sindacato - è la conseguenza di chi alimenta la caccia allo straniero al grido ‘viva l’Italia’. Qui si misura l’irresponsabilità di chi commenta fatti di cronaca incitando odio razziale”. “Non è questa l’Italia. Non sono questi i valori identitari del nostro Paese. Quei valori sono custoditi nella nostra Costituzione, quella che continuiamo a difendere e che chiediamo di rispettare”, conclude la Cgil.
E Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl: "A Macerata atto inqualificabile. Profonda vicinanza della Cisl alle persone straniere ferite. E solidarietà alla presidente Laura Boldrini oggetto di una campagna vergognosa. Clima preoccupante. Quando si semina odio si raccoglie solo tempesta. Politica abbassi i toni”.
La politica. Anche le reazioni politiche si dividono. C’è chi invita ad abbassare i toni e chi, invece, ha deciso di andare all’attacco.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, a margine dell'iniziativa di campagna elettorale al teatro Puccini, a Firenze, ha affermato: "I fatti di Macerata ci lasciano attoniti e inorriditi: è una spirale di odio e di violenza che dobbiamo fermare. Ringraziamo le forze dell'ordine che hanno già proceduto al fermo del folle autore di questo gesto”.
Il deputato del Pd, Edoardo Patriarca: "L'odio non prevalga e facciamo tutti il possibile per abbassare i toni. Solo così potremo evitare che ci sia chi strumentalizza, chi appunto compie gesti inconsulti".
E su Twitter Roberta Pinotti, ministro della Difesa, ringrazia i Carabinieri “per la prontezza di intervento in un momento di grande apprensione per la città di Macerata".
Per Laura Boldrini, presidente della Camera e leader Leu, "quanto accaduto oggi a Macerata dimostra che incitare all'odio e sdoganare il fascismo, come fa Salvini, ha delle conseguenze: può provocare azioni violente e trasforma le nostre città in un far west seminando panico tra i cittadini. Basta odio, Salvini chieda scusa per tutto quello che sta accadendo".
"Dopo i fatti di Macerata, vorrei fare un appello a tutti, ma proprio a tutti, alla calma e alla responsabilità. L'uomo che ha sparato, colpendo sei coetanei di colore, è una persona squallida e folle. Ma lo Stato è più forte di lui e lo ha catturato grazie al coraggio delle forze dell'ordine cui va - una volta di più - la nostra gratitudine". Lo scrive su facebook Matteo Renzi. Che aggiunge: "Quell'uomo si è candidato con la Lega Nord e oggi ha sparato anche alla sede del PD di Macerata prima di essere catturato: verrebbe facile tenere alta la polemica verso chi ogni giorno alimenta l'odio contro di noi. Ma sarebbe un errore: è tempo di calma e di responsabilità, davvero. Abbassiamo subito i toni, tutti. Non strumentalizziamo questa vicenda. Lasciamo la campagna elettorale fuori da questo terribile evento. Lo Stato c'è”.
Continua Renzi: “Il Ministro dell'Interno sarà tra qualche ora in prefettura a Macerata e noi ci sentiamo pienamente rappresentati da lui. Il Sindaco e tutte le autorità territoriali con le quali siamo in contatto da stamani si sono dimostrati all'altezza della drammatica situazione. Il Presidente del Consiglio parlerà tra qualche ora e noi siamo con lui. Il Paese è molto più forte di come viene rappresentato ogni giorno da chi attacca e strumentalizza la nostra comunità".
"La risposta a questa vicenda verrà dalle Istituzioni - continua-. La politica deve fare uno scatto e provare a cambiare linguaggio. E noi abbiamo l'occasione per far vedere che siamo profondamente diversi da chi vergognosamente strumentalizza ogni fatto terribile di cronaca. Perché, cari amici, il vero patriottismo non è di chi va in giro sparando con un tricolore sulle spalle, ma di chi - anche nei momenti di tensione e difficoltà - sceglie la saggezza, l'equilibrio, la responsabilità perché vuole il bene della propria comunità. Chi ama l'Italia non strumentalizza, ma fa appello alla calma e alla responsabilità".
Ma lo scontro politico non si ferma. Sempre su Facebook, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, afferma: "Macerata. Italia in piena emergenza sicurezza. Oggi una sparatoria, un gesto folle da criminali squilibrati, senza alcuna possibile giustificazione. Così si è ridotta l'Italia in mano alla sinistra. Chiediamo condanne esemplari e certezza della pena per chi attenta alla sicurezza dei cittadini. È tempo che gli Italiani tornino a credere in uno Stato che garantisca loro sicurezza, ordine e legalità".
E il leader della Lge, Matteo Salvini: "Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle”. Ma "è chiaro ed evidente – aggiunge - che una immigrazione senza controllo, una invasione come quella organizzata voluta e finanziata in questi anni porta ad uno scontro sociale".
"Purtroppo violenza chiama violenza – afferma ancora Matteo Salvini -. Quelli che hanno riempito l'Italia trasformandola in un enorme campo profughi hanno la responsabilità morale di qualunque episodio di violenza accada in Italia".
il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali: “Devastante. Non ci sono altre parole per commentare la furia razzista e omicida del fascista che oggi, a Macerata, spara sui migranti da un auto e poi fa lo show con saluto romano e bandiera tricolore". "Il veleno dei rigurgiti del peggiore passato - prosegue l'esponente di Leu - striscia nelle vene di questo Paese".
Debora Serracchiani (Pd), presidente regione Friuli Venezia Giulia: "Il folle che ha sparato su cittadini inermi e contro la sede del Pd a Macerata è un esponente della Lega candidato alle comunali 2017. Chi come Matteo Salvini e Fedriga fa l'occhiolino agli estremisti prenda immediatamente le distanze". E in un altro tweet aggiunge: "L'odio genera solo odio e cieca violenza. Rispettare la legge e rafforzare il presidio del territorio è l'unica strada per garantire la sicurezza. I fatti di Macerata siano monito per chi strilla senza badare alle conseguenze. Vicina alla comunità ferita".
Infine i 5 stelle. Roberta Lombardi, candidata M5s alla presidenza della regione Lazio, scrive su twitter: "La mia più ferma condanna per quanto avvenuto a Macerata, la mia vicinanza alla città, ai feriti. E il mio plauso alle forze dell'ordine per il tempestivo intervento. L'odio razziale è la negazione dell'umanità".
Aggiunge Alessandro Di Battista, deputato M5s: "Di fronte alla tragedia umana di Macerata, e mi riferisco a tutto, dallo spaventoso omicidio della ragazza ai feriti delle ultime ore, coloro che hanno responsabilità politiche oggi hanno un solo dovere: stare zitti! Chiunque strumentalizzi questa tragedia, e mi rivolgo a tutti, dimostra di non avere minimamente a cuore la risoluzione dei problemi dei cittadini ma esclusivamente un posizionamento elettorale". (daiac)