10 aprile 2015 ore: 15:37
Giustizia

Reato di tortura, Cittadinanzattiva: "Importante passo in avanti, anche se limiti evidenti"

Laura Liberto (di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva): “Il testo approvato è abbastanza lontano da quanto auspicato e presenta forti limiti. Tuttavia, l’approvazione della proposta di legge rappresenta comunque un passo concreto per colmare una gravissima lacuna nel nostro ordinamento”
Tortura, mani incatenate - SITO NUOVO

ROMA - Dopo l’approvazione alla Camera del reato di tortura, continuano le prese di posizione da parte di realtà del terzo settore. Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva, afferma: “La nostra organizzazione si è impegnata nella battaglia per l’introduzione del reato di tortura nell'ordinamento nazionale, perché siamo convinti che il terreno della protezione dei diritti umani sia patrimonio di tutti i cittadini. Certo, il testo approvato è abbastanza lontano da quanto auspicato e presenta forti limiti, da quelli legati alla configurazione della tortura come reato comune e non come reato proprio - seppure con un’aggravante quando il fatto è commesso da pubblico ufficiale - alla necessità, alquanto pleonastica e quindi foriera di difficoltà di applicazione, che la sofferenza inflitta sia “ulteriore rispetto all'esecuzione delle legittime misure privative o limitative dei diritti”, alla limitazione dell’ambito di applicazione del reato ai soli casi in cui la vittima è affidata o sottoposta all'autorità dell’agente”.

“D’altro canto – continua -, nel corso degli ultimi vent'anni si sono succeduti numerosi tentativi di introdurre il reato, sistematicamente sfumati anche a causa di resistenze e timori di parte consistente della politica e dei puntuali tentativi di ideologizzare strumentalmente un tema che riguarda semplicemente la tutela dei diritti umani e l’esistenza civile di tutti. Ciò considerato, l’approvazione della proposta di legge da parte della Camera rappresenta comunque un passo concreto per colmare una gravissima lacuna nel nostro ordinamento e sopperire ad un ritardo di più di un quarto di secolo sull'adempimento degli obblighi internazionali assunti dall'Italia con la ratifica della Convenzione ONU contro la tortura”.
E conclude: “Il nostro impegno naturalmente prosegue, continueremo a monitorare l’iter parlamentare e ad adoperarci affinché sia definitivamente portato a compimento nel corso di questa legislatura”.

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