Recidiva più bassa per chi è in misura alternativa e partecipa a percorsi artistici
BOLOGNA – Le misure alternative al carcere? Fanno bene a chi vi accede e a tutta la società. Lo dicono i numeri, snocciolati da Antonio Amato, responsabile dell’area Misure e sanzioni di comunità dell’Uiepe di Bologna (Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna del ministero della Giustizia), nel corso della conferenza stampa di presentazione di “Dite alle sirene che ripasso”, il nuovo spettacolo a cura di Gruppo elettrogeno teatro, che giovedì 24 maggio alle ore 20.30 vedrà sul palco del Teatro Duse di Bologna attori in misura alternativa o messa alla prova insieme agli operatori delle associazioni, degli enti e dei servizi che collaborano nelle varie fasi dell’esecuzione penale esterna. “Le persone che escono dal carcere a fine pena recidivano del 70 per cento – ha detto Amato – e un solo punto di recidiva costa allo Stato 51 milioni di euro. La percentuale di recidiva è molto più bassa tra chi sconta la pena con misure alternative al carcere: nelle nostra regione, dove vi hanno accesso oltre 3.100 persone, la percentuale è del 4,25 per cento”. E i dati sono ancora migliori se, nel percorso fuori dal carcere, si incontrano occasioni di socializzazione come quelle offerte da “I fiori blu”, il progetto artistico avviato da Gruppo elettrogeno teatro nel 2012 insieme all’Uiepe di Bologna. “In questi anni hanno partecipato ai laboratori di musica e teatro un centinaio di persone che accedono alle misure alternative al carcere o che usufruiscono della sospensione del procedimento con messa alla prova – continua Amato – Una sola ha avuto una recidiva, è ricaduta nella tossicodipendenza e per un breve periodo è ritornata in carcere, ma poi la magistratura l’ha riammessa alle misure alternative”.
Un caso su 100 contro il 70 per cento tra chi sconta tutta la pena in carcere. “Il carcere è antieconomico e criminogeno, non può funzionare perché l’utenza che vi transita è un’utenza debole: persone con problemi di dipendenza, in condizione di deprivazione economica, sociale e affettiva, immigrati – sottolinea Amato – Noi vorremmo invece che le pene tendessero alla responsabilizzazione di chi commette reati. Crediamo che la legge della parole e della cultura sia il vero scudo contro l’esercizio della violenza”. Nei colloqui con chi accede a misure alternative al carcere, l’Uiepe di Bologna informa della possibilità di partecipare ai corsi di “I fiori blu”, in stretto contatto con la magistratura di controllo e con gli operatori dei servizi sociali e sanitari. “Occorre creare maggiori occasioni di socialità e di lavoro”, dentro e fuori dal carcere. “Sarebbe la condizione per garantire la società dal ripetersi di episodi di criminalità e di devianza”, dice Amato.
Lo spettacolo “Dite alle sirene che ripasso” è frutto di un percorso di laboratori musicali, teatrali e di coro che ha avuto inizio nella primavera del 2017 e che è stato sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Una campagna di crowdfunding ha permesso di realizzare le scenografie, i costumi e tutti i dispositivi tecnici necessari alla rappresentazione. Coinvolti anche 150 studenti di 3 scuole medie inferiori e superiori della provincia di Bologna, che sono stati messi a confronto, per riprendere le parole di Antonio Amato, “con un’idea diversa di giustizia, alternativa al carcere e riconciliativa”. Il testo è una riscrittura della figura di Ulisse, in cui il mito dell’eroe greco viene messo a nudo e rigenerato. “Mettere in fuga il cuore – dice la regista Martina Palmieri – un po’ come potrebbe aver fatto Ulisse, ha generato negli attori, alcuni alla prima esperienza, un nuovo sguardo sulla propria condizione esistenziale, dentro e forse fuori dalla scena”.
I laboratori sono stati frequentati, oltre che dalle persone che hanno accesso alle misure alternative alla detenzione e agli operatori che li accompagnano nel percorso fuori dal carcere, anche dai loro familiari. Tutti insieme andranno in scena al Teatro Duse, accompagnati dagli attori vedenti, ciechi e ipovedenti della compagnia Orbitateatro, dal coro Arcanto e – in video – dalle persone con disturbi dello spettro autistico, della relazione e della comunicazione che hanno partecipato a un altro progetto di formazione teatrale di Gruppo elettrogeno teatro. Sul palco anche Bruce Dickey, considerato uno dei massimi cornettisti mondiali, la cantautrice Etta Scollo, la cantante Candace Smith, Rosita Ippolito alla viola da gamba e il polistrumentista Fabio Tricomi. “Si parla spesso di integrazione tra persone con culture e vissuti diversi, ma non è così facile raggiungerla – chiude Palmieri – Forse è possibile averla attraverso i linguaggi artistici, che permettono di andare oltre gli stereotipi e azzerare i pregiudizi”. I biglietti di ingresso allo spettacolo “Dite alle sirene che ripasso” costano da 7 a 20 euro più diritti di prevendita (Manfredi Liparoti)