9 gennaio 2019 ore: 15:06
Disabilità

Reddito di cittadinanza e disabilità: le correzioni di Fish

In riferimento alla bozza di decreto, Fish chiede che “la pensione di cittadinanza, con i limiti corretti di seguito, sia estesa anche alle persone con disabilità a prescindere dall’età”. E che “ il limite Isee sia elevato a 15 mila in presenza di una persona con disabilità grave o non autosufficiente”
Disabile in carrozzina con assistente, ombre, invalidità

ROMA – La pensione di cittadinanza sia estesa alle persone con disabilità, a prescindere dall'età. E il limite Isee previsto sia elevato a 15 mila, in presenza di una disabilità nel nucleo familiare: sono solo due delle 8 correzioni proposte dalla Fish per il decreto attuativo che dovrebbe introdurre reddito e pensione di cittadinanza. Nell'attuale bozza, infatti, denuncia la federazione “non vi sono sufficienti misure a favore delle persone con disabilità”.

box Contesta anche le cifre, Fish, in particolare quelle che “indicano in 260 mila le persone con invalidità che gioverebbero del reddito di cittadinanza, cifra del tutto aleatoria, oltre che risibile di fronte a milioni di persone con disabilità grave in Italia. Ma quand’anche la cifra fosse reale – osserva Fish - è decisamente inferiore a quella che dovrebbe o potrebbe essere se vi fosse concreto riconoscimento delle condizioni di vita. Infatti i testi della bozza di decreto, in alcuni rilevanti passaggi, trattano i nuclei in cui sia presente una persona con disabilità (anche se non autosufficiente o con disabilità grave) in modo più svantaggioso rispetto ai nuclei in cui non sia presente la disabilità pur a parità di condizioni economiche. Chi diffonde quelle cifre non dice che le stesse pensioni (esclusa l’indennità di accompagnamento) vengono di fatto considerate un reddito dal provvedimento”.

Per quanto le risorse non siano evidentemente sufficienti per elevare le pensioni d'invalidità a 780 euro, Fish chiede che il reddito di cittadinanza sia comunque una “misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale” anche per le persone con disabilità e le loro famiglie. Di qui le otto correzioni proposte.

La pensione di cittadinanza, con i limiti corretti di seguito, sia estesa anche alle persone con disabilità a prescindere dall’età;

Il limite Isee previsto per la concessione di reddito e pensione di cittadinanza sia elevato a 15.000 nel caso in cui nel nucleo sia presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente (come definite dal DPCM 159/2013, quello che ha disciplinato l’Isee);

La soglia reddituale fissata a 6.000 euro ai fini della concessione del reddito di cittadinanza sia elevata a 12.000 euro nel caso in cui nel nucleo sia presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente; nelle medesime situazioni la soglia ai fini della pensione sia elevata da 7.560 euro a 16.560 euro e con riferimento al solo reddito personale dell’interessato;

Sia eliminato dal decreto la parte che prevede il computo, nel reddito di cui al punto precedente, delle provvidenze assistenziali (e quindi: “ed inclusivo del valore annuo dei trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti il nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi.”);

Il limite di patrimonio mobiliare consenta un incremento maggiore di quello previsto, nel caso in cui sia presente nel nucleo una persona con disabilità: 10.000 euro nel caso di disabilità media; 30.000 euro nel caso di disabilità grave o non autosufficiente al fine di riconoscere il potenziale investimento del nucleo rispetto al “dopo di noi”;

Nella scala di equivalenza adottata per il calcolo del limite di reddito e dell’importo del reddito di cittadinanza, sia aggiunto un coefficiente ulteriore ed aggiuntivo di 0,5 per ogni persona con disabilità grave o non autosufficiente presente nel nucleo e dello 0,2 nel caso sia presente una persona con disabilità media (come da definizioni del DPCM 159/2013);

Adottare ai fini del calcolo dell’Isee quanto previsto dall’articolo 6 del DPCM 159/2013 (cioè il cosiddetto ISEE ridotto) quando il valore sia di maggior favore per il richiedente nel caso sia persona con disabilità;

Consentire alle persone con disabilità e a chi le assiste di accedere, su loro richiesta, ai servizi relativi ai progetti personali connessi al Patto per il Lavoro e al Patto per l’Inclusione Sociale.

“Sono queste le istanze, chiare e anche sostenibili, che sottoponiamo al Governo e al Parlamento che dovrà convertire il decreto legge – conclude Fish - Rinviare sine die gli interventi a favore della non autosufficienza e della disabilità, invocando interventi futuri e codici complessivi, non favorisce certo la credibilità e l’autorevolezza dei decisori politici”.

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