Reggio Emilia, apre l’emporio solidale. "Non è solo un negozio, ma un luogo di relazioni"
REGGIO EMILIA - Ha 25 anni, è nata a Sousse in Tunisia, ha studiato tra Milano, Parigi e Reggio Emilia, ha due lauree e una vocazione per il sociale. È Ibtissem, una dei volontari (sono una cinquantina quelli che si sono resi disponibili) dell’emporio solidale Dora che sta per aprire a Reggio Emilia, nel quartiere Gardenia. “Dora è una prospettiva concreta di sviluppo per il territorio – racconta – Non è solo un negozio ma un motore con tanti ingranaggi che devono integrarsi armoniosamente: c’è l’emporio, ci sono i servizi, c’è la centralità dei rapporti umani, i legami tra i volontari, i rapporti con i beneficiari, l’alimentazione e gli stili di vita corretti”. Il ruolo di Ibtissem è aiuto al coordinamento e raccolta prodotti, “svolgo un lavoro molto vario, mai noioso, e credo che chiunque possa riconoscersi in Dora, almeno in un suo pezzettino”. L’inaugurazione di Dora è in programma sabato 8 aprile alle 10.30, in via Trento e Trieste 11.
Le donazioni Ikea per gli arredi |
Finanziato dalla Fondazione Manodori e dalle associazioni che lo sostengono (DarVoce, Caritas, Auser, Associazione Papa Giovanni XXIII, Protezione civile, Servire l’uomo, Associazione Solidarietà) e sostenuto dal Comune, Dora si trova nel quartiere Gardenia in un edificio di proprietà di Fer, ceduto all’amministrazione comunale per scopi sociali che, a sua volta, l’ha dato, in parte a DarVoce. “In queste ultime settimane, abbiamo fatto un grosso lavoro di raccolta degli alimenti che si troveranno sugli scaffali dell’emporio e con le aziende – racconta Federica Severini di DarVoce – Il progetto è piaciuto al territorio, abbiamo trovato aziende particolarmente sensibili, sono una cinquantina quelle con cui siamo entrati in contatto: c’è chi ha fatto donazioni, chi ci ha regalato i computer, chi ha donato i cestini per la spesa e chi si è offerto di farci il sito Internet gratuitamente”. Tra le realtà che hanno sostenuto Dora, ci sono anche Unindustria, Generali Assicurazioni e Ikea, che ha fornito gli arredi. L’idea è di coinvolgere sempre di più anche i cittadini. “Vorremmo creare punti di raccolta aperti sparsi per la città in cui le persone possono portare prodotti per l’emporio, per farlo diventare un progetto di comunità”.
Dora sarà aperto il mercoledì pomeriggio e il sabato mattina. Le prime 50 famiglie sono già state individuate dai Servizi sociali del Comune o dai Centri di ascolto della Caritas diocesana e, dal 12 aprile, potranno fare la spesa grazie a una tessera a punti ricaricabile. “Si tratta di nuclei che vivono una temporanea situazione di povertà – aggiunge Severini – Ci sono famiglie con bambini e single, italiani e stranieri. In base alla situazione delle famiglie poi faremo partire gli interventi relazionali”.
L’emporio solidale ha una dimensione di quartiere perché l’obiettivo è farlo diventare un luogo di relazione. “Per questo abbiamo puntato su un lavoro di sensibilizzazione nel quartiere perché non volevamo che Dora fosse qualcosa che le persone subiscono, ma un’iniziativa partecipata”, spiega Severini. Negli scorsi giorni c’è anche stata una “pre-inaugurazione” a porte chiuse a cui hanno partecipato gli abitanti del quartiere. “È andata bene, è stata partecipata ed era presente anche il comitato di quartiere ‘via Fabio Filzi e dintorni’ con cui vogliamo collaborare”. (lp)