Regime Iva per le associazioni sportive, “la politica si prenda cura del terzo settore”
ROMA - “Assoggettare alla disciplina Iva le associazioni sociali e sportive, aggiungendo poi i costi Iva per le società sportive sarebbe un duro colpo per la promozione sociale e sportiva, che tanto welfare garantisce nel paese: basta chiacchiere, la politica si prenda cura del terzo Settore anche con i fatti. Il Governo cancelli l’articolo 5 del decreto fiscale”. E’ il commento di Bruno Molea, presidente di AiCS – Associazione italiana cultura sport – e coordinatore della Consulta Sport e Benessere all’interno del Forum Terzo Settore. “Pur definendone l’esenzione, il testo farebbe comunque rientrare le organizzazioni no profit all’interno della disciplina Iva: se ne deduce che migliaia di associazioni sportive dilettantistiche o migliaia di associazioni di promozione sociale con spacci di alimenti e bevande dovrebbero aprirsi da gennaio la Partita Iva, con i costi e la burocrazia che ne consegue - spiega Molea -. E di più: le società sportive dilettantistiche, poi, nemmeno sarebbero esenti da Iva per un ulteriore aggravio. Questo è un tema che ritorna e che puntualmente dimostra la non conoscenza del Terzo Settore da parte di chi siede in Parlamento: inaccettabile”.
Inaccettabile, aggiunge Molea, specie nei mesi dell’entrata in vigore del Registro unico nazionale del Terzo Settore e nel momento storico in cui l’associazionismo dovrebbe invece essere sostenuto nella difficile ripresa post-pandemica. “L’emergenza non è ancora finita – aggiunge il presidente Molea -. Scongiuriamo le chiusure e ogni giorno incrociamo le dita perché ciò non avvenga, stiamo ancora cercando di ricucire le ferite provocate dai due lockdown dello scorso anno, e ora questo. La politica e le istituzioni solo a parole ci dimostrano di conoscere il Terzo Settore e poi invece non allineano le azioni alle promesse. Eppure oggi la ripresa della normale socialità, il benessere psicofisico delle comunità, specie dei giovani e degli anziani tra i più provati dalla pandemia, dipende proprio dal Terzo Settore. Il Governo ci ripensi e cancelli l’articolo 5 del decreto fiscale”.