9 settembre 2016 ore: 12:01
Giustizia

Rems come nuovi ospedali psichiatrici giudiziari? StopOpg: allarme alto

Dopo l’appello al governo del 4 agosto da parte del Comitato, il ddl 2067 che “rischia di riaprire la stagione degli ospedali psichiatrici giudiziari” si appresta ad arrivare in aula al Senato. Atteso un emendamento che potrebbe correggerne il tiro, ma restano le preoccupazioni
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ROMA – Qualcosa si sta muovendo in merito al disegno di legge 2067 in Senato che secondo il comitato nazionale stopOpg "rischia di riaprire la stagione degli ospedali psichiatrici giudiziari", ma l’allarme di un ritorno al passato resta ancora alto. A rilanciare l’appello alla politica è proprio il comitato che lo scorso 4 agosto ha inviato una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al sottosegretario alla salute Vito De Filippo e al commissario unico per la chiusura degli Opg, Franco Corleone, per richiamare la loro attenzione su di un emendamento passato in Commissione giustizia al Senato che potrebbe minare il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Un appello a cui non sono mancate reazioni, spiega Stefano Cecconi di stopOpg, ma che non hanno ancora fatto scemare le preoccupazioni. “Invece di affrontare il problema della legittimità delle misure di sicurezza provvisorie decise dai Gip – spiegava la lettera firmata dal comitato -, e di quelle che rimangono non eseguite, si ipotizza una violazione della legge 81 ripristinando la logica e le pratiche dei vecchi Opg. Un disastro cui bisogna porre riparo. Non solo si ritarda ulteriormente la chiusura degli Opg rimasti aperti (Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto) ma così le Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) diventano a tutti gli effetti i nuovi Opg”.

Il testo sotto accusa, spiega Cecconi, "prevede che le persone detenute ai quali sopravviene la malattia mentale, invece di essere assistite o con misure alternative o in sezioni dedicate all'interno del carcere direttamente dal servizio sanitario regionale, vengano spediti e ricoverati nelle Rems, sovraccaricandole". Secondo Cecconi, se il testo che approderà in Aula non dovesse cambiare “le Rems potrebbero diventare il contenitore di tutto quello che il carcere non vuole ed è un errore, perché non è questa la via per garantire il diritto alla salute dei detenuti”. Per Cecconi, tuttavia, “qualcosa si sta muovendo”, ma è presto per essere ottimisti. “Non sono assolutamente certo che le cose vadano bene - aggiunge -. È in corso una discussione, c’è molta attenzione e c’è l’intenzione di alcuni senatori di intervenire, ma l’allarme è ancora alto”.

Intanto il testo è in Commissione Giustizia al Senato che sta elaborando quello da portare in aula proprio in queste ore. Per il commissario unico per la chiusura degli Opg, Franco Corleone, non dovrebbero esserci brutte sorprese e il testo che uscirà dalla Commissione potrebbe chiarire il ruolo delle Rems. “L’emendamento credo prescinda da quello approvato – spiega Corleone -. Penso che sia di chiarificazione del ruolo delle Rems come luogo per misure definitive, non provvisorie. È un emendamento che nasce dalla riflessione che abbiamo fatto a partire dalle misure di sicurezza provvisorie e affronta il nodo vero che è quello della natura delle Rems e delle misure di sicurezza”.

Altra questione da affrontare, infatti, è quella delle misure di sicurezza provvisorie. Una situazione preoccupante denunciata già in diverse occasioni dallo stesso Corleone. “L’ultimo dato che il Dap mi ha fornito – aggiunge il commissario - è di 219 richieste di misure di sicurezza non eseguite, vorrebbe dire circa 11 Rems”. Una lunga lista di attesa che cresce nel tempo, anche se lentamente, e che per Cecconi rappresenta un “errore che distorce il mandato della legge 81 del 2014 che stabilisce la riforma di questo pezzo di sanità giudiziaria e che privilegia misure alternative alla detenzione, strutture di comunità e considera le Rems come estrema ratio”. Alla base di questo nuovo ostacolo da superare, “l’interpretazione superficiale e distorta da parte della magistratura perché ancora una volta le Rems diventano un contenitore appetibile – continua Cecconi -. Non è questa la risposta che ci aspettiamo dalla chiusura degli Opg. Non è la risposta manicomiale quella giusta”.

Intanto, sul fronte nuove Rems, arrivano buone notizie. La prossima struttura ad aprire sarà quella di Santa Sofia d' Epiro in Calabria, il 26 settembre, spiega Corleone. Poi ad ottobre dovrebbero aprire le Rems in Piemonte e in Liguria. A seguire Empoli in Toscana e forse l’ultima a fine novembre a Caltagirone, in Sicilia. Strutture che dovrebbero bastare a decretare la chiusura definitiva degli ultimi Opg, ma quello che preoccupa ora è il futuro delle nuove strutture. A far visita alle Rems aperte lungo lo stivale, anche il comitato stopOpg che lamenta in primo luogo la mancanza di un “modello”. “Ci sono tanti tipi di Rems – spiega Cecconi -: da quelle che sono diventate realmente Rems, sto pensando a Parma, al Friuli Venezia Giulia, persino in Campania a Mondragone, dove sono diventate strutture di comunità in cui è difficile persino distinguere dalle altre situazioni: non ci sono sbarre, non ci sono grandi limitazioni e hanno un buon rapporto con la magistratura di sorveglianza. Altre invece sono chiuse e sono state interpretate come strutture detentive e quindi di fatto riproducono, al di là dell’ottima volontà degli operatori, una logica di custodia e manicomiale. C’è questa doppia faccia e quella che non deve prevalere è la seconda, che prevale di sicuro se si affollano e se aumentano i posti, svuotando così la funzione dei servizi di comunità del Dipartimento di salute mentale che rischiano di diventare residuali rispetto a strutture grandi e piene di persone”.(ga)

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