Rems del Lazio, firmata intesa per la gestione dei pazienti
ROMA - È stato firmato questa mattina presso la Corte di appello di Roma il protocollo per la gestione dei pazienti delle Rems del Lazio. Le 'Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza' sono le strutture che dal 2015 hanno sostituito i vecchi Ospedali psichiatrici giudiziari, i cosiddetti Opg.
L'accordo siglato tra Regione Lazio, ministero della Giustizia, Corte di Appello di Roma, Procura generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma, e' volto a gestire l'esecuzione delle misure di sicurezza - applicate in via definitiva o provvisoria - nei confronti di soggetti che, affetti da vizio parziale o totale di mente, vengono condannati a scontare le stesse all'interno delle Rems del Lazio.
A firmare il protocollo il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il presidente della Corte di Appello di Roma, Luciano Panzani e il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma, Giovanni Salvi.
Nel Lazio sono 5 le Rems attive, di cui due sono ubicate a Palombara, le altre tre a Subiaco, Pontecorvo (struttura che ospita solo donne) e Ceccano.
L'accordo prevede prima di tutto la definizione delle modalita' operative di collaborazione tra magistrato/perito-consulente/Asl/Dsm (Dipartimento Salute Mentale) e UEPE (Uffici Esecuzione Penale Esterna) e stabilisce una tempestiva ed efficace comunicazione tra direttore della Rems, referente Asl/Dsm e magistratura oltre alla regolamentazione delle modalita' con cui inviare gli internati presso luoghi di cura esterni. Un punto fondamentale e' l'accordo con la Prefettura, che ha la competenza nell'area dove e' ubicata la Rems, per avere standard comuni di sicurezza interna e perimetrale delle residenze.
La Regione Lazio inoltre assicura, nelle strutture presenti sul territorio, livelli di assistenza terapeutica, ambulatoriale, semi-residenziale, residenziale, ospedaliera diversificati e proporzionati ai diversi livelli di sicurezza al fine di garantire, con il solo intervento sanitario, adeguato ricovero anche ai soggetti di difficile gestione. L'emanazione e l'esecuzione dei provvedimenti di presa in carico, che devono essere eseguiti nel territorio della Regione Lazio, saranno precedute e accompagnate da progetti terapeutici individuali.
Il Lazio poi, con il concorso delle Aziende sanitarie locali e dei Dipartimenti di Salute Mentale, assicura alle Autorita' giudiziarie referenti, individuati fra gli psichiatri del Dipartimento, per la concreta ed efficiente attuazione dei piani terapeutici riabilitativi individuali di dimissione (PTRI) e la realizzazione di interventi finalizzati sia a prevenire l'applicazione delle misure di sicurezza detentive, sia a favorire le misure alternative.
Non solo. I Dipartimenti di Salute mentale della Asl, con il perito/consulente e con il magistrato, concorrono alla individuazione del trattamento terapeutico piu' appropriato. In un'ottica di collaborazione con il ministero, la Regione Lazio, fornisce all'ufficio dell'esecuzione penale esterna (UEPE) l'elenco dei referenti dei Dsm che collaborano all'attuazione dei PTRI (progetti terapeutici riabilitati individuali) dei pazienti, mettendo a disposizione dell'autorita' giudiziaria la lista aggiornata delle strutture residenziali.
In prossimita' della scadenza della misura di sicurezza, il magistrato di sorveglianza puo' autorizzare un periodo di licenza finale di esperimento (Lfe), ex art. 53 Ordinamento penitenziario, della durata di mesi sei - eventualmente rinnovabile - durante il quale il paziente, sottoposto al regime della liberta' vigilata, puo' essere inserito in una struttura terapeutica residenziale o presso la famiglia al fine di proseguire la fase di riabilitazione e reinserimento nel territorio con opportuno Progetto terapeutico individualizzato (P.T.I.).
L'accordo prevede infine anche che periodicamente venga convocato il Tavolo Sanita'-Magistratura istituito presso la Direzione Salute e Politiche Sociali della Regione Lazio, per monitorare l'applicazione del protocollo d'intesa. (DIRE)