Rendere più bella la scuola: così il liceo fa inclusione. In presenza e a distanza
Opere d'arte nel liceo Enzo Rossi
ROMA - Non è facile, ma si può fare: l'inclusione scolastica, quando la didattica è a distanza, è complicata ma possibile. “Una bella sfida, di fronte alla quale non ci siamo voluti tirare indietro”, racconta Danilo Vicca, dirigente del Liceo artistico Enzo Rossi di Roma. Il riferimento è quanto ha richiesto, prima il governo con i Dpcm del 25 ottobre e del 3 novembre, poi ancor più chiaramente il ministero dell'Istruzione, con la circolare del 5 novembre: che gli studenti con disabilità non solo possano andare a scuola, ma che lo facciano in un un contesto di “effettiva inclusione”, ovvero insieme a un gruppo di compagni e ai docenti di sostegno e curricolare. Tutto questo, nel momento in cui la didattica è al 100% a distanza in tutte le scuole superiori d'Italia e nelle seconde e terze medie delle zone rosse.
L'idea è buona e piace alle associazioni e a chi si batte per il diritto all'inclusione: realizzarla però non è certo semplice, con gli studenti e i docenti in modalità ormai telematica. Tanto che, fino a questo momento, nella maggior parte delle scuole superiori gli unici alunni presenti sono quelli con disabilità e gli unici docenti sono quelli di sostegno. Un'immagine, quella delle aule deserte alle spalle degli studenti con disabilità collegati (non sempre) con i loro compagni, che ha colpito e fatto discutere, suscitando proteste per il timore di un ritorno alle “scuole speciali”.
C'è però chi inizia a “inventarsi qualcosa” per recepire queste indicazioni e mettere in campo contesti e situazioni in cui l'inclusione possa in qualche modo prender forma. Tra questi c'è il dirigente Danilo Vicca, che si è fatto consigliare e aiutare dalla presidente di Angsa Lazio Stefania Stellino per ideare e realizzare il progetto “Giardini d'arte”, in cui sono coinvolti gli studenti con disabilità, insieme ai ragazzi degli ultimi tre anni, coinvolti in quella che un tempo si chiamava “alternanza scuola-lavoro” e che oggi invece si chiama Percorso per le competenze trasversali e l'orientamento.
“Il dettato normativo sull'inclusione nella scuola a distanza è particolarmente sfidante – riconosce Vicca - ed è anche difficile contestualizzarlo: sicuramente ogni scuola lo modula in rapporto alla condizione della propria scuola: il numero, la gravità, la tipologia degli studenti con disabilità. Noi abbiamo ideato e strutturato un progetto d'inclusione che prevede la collaborazione dei docenti d'indirizzo, di laboratorio delle materie artistiche, dei docenti di sostegno e dei ragazzi per la riqualificazione degli spazi esterni attraverso un'operazione di recupero e decoro”. Così, ieri mattina, ha preso il progetto “Giardini d'arte”: “L'obiettivo è che i ragazzi facciano esperienza di concreta laboratorialità nelle materie d'indirizzo, per noi fondamentali. Concretamente, nelle tre ore centrali della giornata, i docenti di sostegno, insieme ad alcuni docenti di materie d'indirizzo, lavorano con un gruppo composto dai ragazzi con disabilità e altri studenti del terzo, quarto e quinto anno, ai quali sarà riconosciuto questo lavoro come Pcto, ovvero Percorso per le competenze trasversali e l'orientamento. Compito del gruppo sarà valorizzare alcuni spazi esterni, anche attraverso il recupero di opere d'arte che si trovano nella scuola. L'idea di fondo – spiega il dirigente - è sviluppare competenze d'indirizzo di carattere artistico, che è l'obiettivo principale della nostra scuola. Insieme a questo, c'è l'obiettivo generale, tutt'altro che secondario, di offrire la gestione di uno spazio condiviso tra i ragazzi, da loro stessi progettato e realizzato, in un clima in cui devono collaborare, pianificare, gestire il tempo, sviluppare capacità. Questo permette di sostenere lo sviluppo di competenze trasversali e di relazioni e, contemporaneamente, di creare condizioni e situazioni di effettiva inclusione, intorno a un progetto concreto condiviso”, assicura Vicca. Il progetto coinvolge, ogni giorno, i 30 ragazzi con disabilità che hanno scelto di frequentare in presenza; con loro, a rotazione, i ragazzi delle classi superiori. In tutto, oltre un centinaio di studenti partecipano al progetto.
L'inclusione, insomma, è assicurata, “grazie a un progetto che permette di sviluppare competenze anche nell'ambito dell'educazione civica, attraverso il riciclo di opere sparse nella scuola e di esprimere creatività e immaginazione rispetto a quella dimensione artistica che principalmente vogliamo sostenere, in un momento particolarmente delicato”, conclude Vicca.