Respinti tre migranti al giorno dai porti italiani verso la Grecia nel 2013
ROMA – Rintracciati negli scali marittimi italiani e respinti in Grecia. Questa la sorte di oltre mille migranti irregolari individuati tra gli scali di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi nel corso del 2013. I dati del ministero dell’Interno sono stati resi noti oggi dai Medici per i diritti umani (Medu). Lungo tutto il 2013, infatti, sono 1.091 i migranti riconsegnati alla Grecia su 1.317 intercettati nei quattro porti adriatici. I restanti 178 risultavano minori e 117 hanno fatto richiesta di protezione internazionale. Un dato in calo, nel 2012 erano 1.606 quelli riconsegnati alla Grecia in base ad un accordo bilaterale criticato da diverse organizzazioni per la tutela dei diritti umani, ma che mette in luce i sistematici respingimenti sul versante adriatico.
Ad essere respinti anche destinatari di protezione. “Nell’anno appena trascorso l’83 per cento degli stranieri intercettati ai valichi di frontiera adriatici è stato rimandato nel paese ellenico – spiega il Medu -. La maggior parte delle persone che vengono riammesse avrebbe tutti i requisiti per fare richiesta d’asilo in Italia provenendo per la gran parte da paesi sconvolti da drammatici conflitti interni come la Siria, l’Afghanistan, la Somalia, il Sudan e l’Eritrea. Il respingimento in Grecia significa, per queste persone, tornare a vivere in condizioni inumane e degradanti in un paese piegato dalla crisi economica e da una violenza xenofoba senza precedenti, dove le possibilità di accoglienza e integrazione per i migranti sono ridotte al minimo e le tutele per i richiedenti asilo si dimostrano ancora oggi gravemente carenti”.
Oltre cento le testimonianze dirette raccolte da Medu di riammissioni sommarie di adulti e minori stranieri dai porti italiani alla Grecia. “Nell’85 per cento dei casi, i migranti riammessi hanno riferito di essere stati reimbarcati nel giro di poche ore sulla stessa nave con cui erano arrivati – spiega il Medu -. In otto casi su dieci i migranti riammessi hanno dichiarato di aver cercato inutilmente di comunicare alle autorità italiane la propria volontà di richiedere protezione internazionale o comunque di voler rimanere in Italia per il timore di quanto sarebbe potuto loro accadere in caso di ritorno”. Un dato che stride, quest’ultimo, se messo in confronto con quelli che sono i dati ufficiali riguardo le richieste di protezione internazionale, secondo cui in tutto il 2013 solo il 9 per cento avrebbe fatto richiesta di protezione. “Tale dato appare tra l’altro fortemente differenziato da un porto all’altro – spiega l’organizzazione - tanto che a Bari i richiedenti asilo sono stati 65 (il 21 per cento) mentre a Brindisi otto (il 2 per cento) e a Venezia addirittura solo due (l’1 per cento)”. Non mancano, poi, i casi di riammissione di minori non accompagnati. Secondo quanto raccontano gli operatori di Medu sono stati 26, dei quali 16 si sarebbero verificati nei primi nove mesi del 2013. “Solo in quattro casi sono state effettuate le procedure per l’accertamento dell’età prima che venisse eseguita la riammissione – spiega il Medu -. In un caso su cinque i migranti hanno affermato di aver subito qualche tipo di violenza, al momento della riammissione o durante il viaggio di ritorno”.
Al governo, Medu torna a chiedere la “cessazione immediata delle riammissioni sommarie verso la Grecia e la garanzia di un reale accesso al territorio nazionale e alla protezione per i migranti che giungono ai valichi di frontiera adriatici”. Stando alle testimonianze raccolte dagli operatori dell’organizzazione, per Medu, l’Italia “viola sistematicamente alcuni principi basilari sanciti dal diritto interno e internazionale quali il divieto di refoulement diretto e indiretto, il divieto di esporre i migranti al rischio di trattamenti inumani e degradanti, il divieto di espulsioni collettive”. Violazioni che, sulla base di alcune testimonianze raccolte, sono state inviate alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, con un ricorso presentato grazie ai legali dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).