Restano a casa, ma non lasciano soli: cosa si inventano le associazioni?
ROMA – L'Italia che resta a casa non può lasciare solo nessuno: è l'imperativo morale che sta tirando fuori, in queste ore, la creatività di tante associazioni: dalla disabilità agli anziani, dai senza dimora fino alla musica e allo sport, tante sono le iniziative che in queste ore stanno nascendo dall'isolamento fisico a cui il virus ci costringe. Complice la tecnologia, che in questo momento “benedicono” anche i suoi peggiori detrattori, anziani in casa e in istituto, persone con disabilità fisica o intellettiva, ragazzi in condizioni di disagio sociale e senza dimora possono contare su un aiuto che è diverso sicuramente da quello di una settimana fa, ma che li aiuta a non isolarsi, a non sentirsi soli e, in qualche caso, a non vanificare il lavoro di tanti anni che ha portato a competenze e autonomie. Redattore Sociale ha deciso quindi di aprire una finestra su quello che le associazioni “si stanno inventando” in questi giorni, raccontando e raccogliendo, per valorizzarle, le esperienze che scoverà in tutta Italia. Da Sant'Egidio alla Caritas, da Con i bambini all'Auser, dall'Agesci dall'Anffas fino alla Uisp, disegneremo così una mappa della “nuova solidarietà” nata dalla creatività e da quella “passione sociale” che caratterizza questo mondo. E che fa in mondo che, pur restando a casa, non si resti soli.
S. Egidio, cibo e letto per i senza dimora. E “lettere” agli anziani
La comunità di Sant'Egidio non si ferma. Non si ferma la mensa di via Dandolo, a Roma, neanche dopo l'ultimo decreto di ieri sera: “Ha la capienza adeguata che permette il distanziamento tra le persone – ci spiegano dalla Comunità – Ora un tavolo pensato da 4 diventa da 1, uno da 6 diventa da due, facendo occupare solo i due capitavola”. Un tetto per 30 senza dimora continua a essere assicurato a Palazzo Migliori, che adesso anticipa la chiusura alle 16.30, anziché alle 19, per permettere di fermarsi più a lungo. E poi c'è la chiesa di San Calisto, a Trastevere, trasformata in una casa per chi una casa non ce l'ha. Naturalmente, con tutte le misure di sicurezza. Continuano anche i giri dei volontari tra i senza dimora, per distribuire cibo ma anche presidi sanitari e le istruzioni per contenere il contagio, che sono state stampate e vengono consegnate a chi vive per strada. “Abbiamo lanciato un appello affinché questo aiuto non venga a mancare – ci spiegano dalla Comunità – E stanno rispondendo in tanti: molti che in questo momento non stanno lavorando ci stanno offrendo il loro aiuto”. E poi ci sono gli anziani: non solo spesa a domicilio, ma “anche telefonate e videochiamate, per farli sentire meno soli – ci spiegano – E lettere e cartoline per gli anziani nelle case di riposo: gliele scrivono i giovani volontari che prima andavano a trovarli e oggi non possono. È quella creatività dell'amicizia che può essere una proposta per tutti”.
Caritas, “ci rimoduliamo, ma non abbandoniamo i più fragili”
Trasforma e adegua i suoi servizi, ma senza chiuderli, anche la Caritas Italiana. “Li abbiamo rimodulati per tener conto delle normative e tutelare la salute pubblica, ma continuiamo a rispondere alle esigenze che sono quelle di un tempo: la povertà di sempre e anche i nuovi bisogni – ci spiega don Andrea La Regina – Così, al centro di ascolto si va uno per volta e si prende appuntamento. Alla mensa cerchiamo il più possibile di dare un cestino da portare via, oppure alcune Caritas hanno messo a disposizione un numero verde per la consegna a domicilio. Il lavoro dei nostri volontari continua – aggiunge La Regina – dopo aver avuto rassicurazioni anche oggi da parte del governo che, sempre con autocertificazione al seguito, questi possano continuare a svolgere il proprio servizio”. Nei dormitori e nelle docce “continuiamo ad accogliere, con tutte le accortezze del caso e assicurando la sanificazione degli ambienti. E poi rispondiamo al telefono e cerchiamo di parlare con le persone, per vincere la solitudine di chi oggi si sente ancora più solo, nel momento in cui i punti di riferimento che aveva, pur nella sua emarginazione, rischiano di venir meno”.
Con i bambini sostiene i progetti di assistenza a distanza
L'organizzazione Con i bambini, che sostiene progetti in favore dell'infanzia, ha diramato proprio oggi una comunicazione in cui invita gli enti capofila e i partenariati, coinvolti nei 355 progetti in corso sull’intero territorio nazionale, a “continuare a supportare, per quanto possibile, le comunità, le scuole, le famiglie e i minori. In particolare – fa sapere - i promotori dei progetti valuteranno la possibilità di favorire la diffusione di sistemi di apprendimento a distanza e di assistenza a ragazzi e famiglie che vivono particolari situazioni di fragilità. In tal senso potranno essere sostenute, previa comunicazione a Con i Bambini, le spese necessarie ad acquistare, installare e porre in uso i sistemi e le tecnologie occorrenti per l’apprendimento a distanza, nel caso in cui le scuole ne fossero sprovviste”. Non solo: “Nei prossimi giorni saranno attivati strumenti utili a tenere viva la comunicazione tra le persone e le organizzazioni che continuano ad aiutare i bambini e i ragazzi a proseguire i propri percorsi di apprendimento e crescita”.
L'Auser, con gli anziani, più attiva che mai
Se gli anziani sono i più esposti non solo al rischio di contagio, ma anche all'isolamento che questo produce, non può fermarsi l'Auser, che ogni giorno lavora per rivendicare il diritto a ruolo sociale e un “invecchiamento attivo”. Tante le iniziative “a distanza” messe in campo dalle varie sedi: si intensifica l'ascolto telefonico tramite i diversi numeri verdi, con volontari che contattano gli anziani soli anche solo per rassicurarli: non si fermano i volontari che assicurano spesa e farmaci a domicilio, accompagnamento sociale e trasporto protetto. Alcune sedi, in collaborazione con il comune di riferimento, offrono anche servizi di teleassistenza e assistenza a domicilio. “Inizialmente, con i primi provvedimenti, si erano bloccati tutti i servizi - spiega l'Auser - successivamente, ci è stato detto che, usando le dovute precauzioni, era possibile assistere le persone che devono sostenere cicli di cure impegnativi”.
Anffas, “i telefoni scottano”
La socialità diventa “virtuale” per i soci dell'Anffas: giovani e adulti con disabilità intellettive e le loro famiglie, che fino a qualche giorno fa potevano contare su luoghi fisici in cui incontrarsi e oggi invece sono a casa. “Il rischio è che si perda tanto lavoro fatto, sopratutto in termini di conquista delle competenze e delle autonomie – ci spiega Ivana, educatrice di Anffas Ortona – Anche a settembre, dolo lo stop estivo, dobbiamo fare un grande lavoro per ricominciare. Ma in questo caso non abbiamo avuto neanche la possibilità di prepararci e di prepararli. Neanche l'avviso, che per loro è il mezzo di comunicazione e d'informazione: non abbiamo fatto in tempo, lo stop è stato improvviso. Ora tanti si sentono in prigione, soprattutto chi vive in campagna ed era abituato a prendere l'autobus tutti i giorni. Ma noi educatori non stiamo certo fermi, anzi lavoriamo più di prima, da casa ma senza orari. Il mio telefono scotta, l'ho messo a disposizione dei ragazzi giorno e notte, possono chiamarmi quando vogliono e lo fanno spesso. Per prevenire l'apatia, che è il rischio maggiore, chiediamo loro di registrare e condividere ciò che fanno durante la giornata. Questo li aiuta a restare vivi e impegnati. Mi piacerebbe anche fare un'aula virtuale in cui vederci tutti contemporaneamente, ma pochi sarebbero in grado e sarebbe frustrante. Cerchiamo di inventarci comunque tutto il possibile per restare in contatto”.
Lo scoutismo vede “ciò che splende dietro le nuvole più nere”
“Pensando ai nostri ragazzi e ragazze bisognosi di incontrarsi ed incontrarci in questo tempo di isolamento sociale, sappiam0 di poter contare sulla creatività che lo scautismo ed il guidismo da sempre ci permettono di attivare – ci spiegano Barbara Battilana e Vincenzo Piccolo, presidenti del Comitato nazionale Agesci - Grazie a questa nostra tradizione educativa stiamo trovando le modalità più opportune per continuare a vivere come una comunità, trovando creativamente il modo di coltivare contatti significativi e di accompagnare tutti e ciascuno con fiducia e speranza in questo tempo dove il tessuto sociale si sta disgregando. Stiamo facendo tutto il possibile per continuare a sperare e a immaginare ciò che splende dietro le nuvole più nere”.
Stare a casa, ma non stare fermi: ecco cosa “si inventa” la Uisp
“Chi ci ripara dai danni da isolamento? Lo sport sociale e per tutti Uisp cerca di fare la sua parte e inventa soluzioni, partendo dai territori. Proprio in questa fase c’è bisogno di più sport per tutti, non meno. Soprattutto per gli anziani, ad esempio”. Per questo, le diverse sedi Uisp stanno realizzando sul territorio video tutorial che vengono aggregati e rilanciati a livello nazionale.
Parallelamente l'Uisp sta predisponendo attività a distanza, una sorta di 'telesport' e chiede “ai comitati regionali e territoriali, ai settori di attività Uisp, alle società affiliate di segnalarci iniziative e video tutorial che verranno realizzati nei prossimi giorni”. (cl)