12 luglio 2017 ore: 11:04
Immigrazione

Richiedenti asilo, 51 casi di doppio diniego trovano una soluzione

A Torino grazie al lavoro della rete “SenzaAsilo” (promossa da operatori dell’accoglienza, volontari e cittadini), richiedenti asilo già inseriti nel tessuto sociale grazie a percorsi di integrazione e formazione e con una concreta prospettiva di lavoro sono riusciti a ottenere i documenti
Migranti. Un ragazzo mostra il suo passaporto

TORINO – Sono 51 i casi di doppio diniego della richiesta di asilo risolti o in via di soluzione, grazie all’impegno della rete SenzaAsilo, nata lo scorso dicembre su iniziativa degli operatori dello Sprar (Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) torinese per affrontare il fenomeno dei dinieghi della richiesta di asilo o protezione internazionale nei confronti di migranti con percorsi di formazione alle spalle, sul punto di ottenere un contratto di lavoro o con il contratto già in mano. “A fine 2016 ci sono stati alcuni casi di migranti con doppio diniego che hanno ricevuto la convocazione per il rilascio del foglio di via – racconta Paolo Moreschi della rete SenzaAsilo – Si trattava di persone provenienti da Sprar e Cas, che avevano ottenuto la licenza di terza media, seguito corsi professionali e tirocini formativi e che avevano prospettive di lavoro reali”. Il numero di questi migranti a gennaio 2017 era 51. 

Sono due i presupposti da cui è nata la rete SenzaAsilo: l’esistenza di operatori che fanno accoglienza di qualità e la capillarità dei percorsi di integrazione e di ricerca di lavoro che coinvolgono anche diverse aziende. “All’inizio dell’anno abbiamo deciso di contattare le aziende che hanno deciso di sottoscrivere una lettera in cui chiedevano di poter assumere le persone che avevano formato – continua Moreschi – Far parlare le aziende ha avuto l’effetto sperato, soprattutto a livello mediatico”. Prefettura e Questura hanno sostenuto l’iniziativa e la stessa città lo ha fatto: della rete fanno parte non solo operatori dell’accoglienza, ma anche volontari e cittadini che, a vario titolo, si confrontati con la migrazione. “C’è voluto un grande lavoro di produzione di documentazione e relazioni ma alla fine i 51 migranti sono stati riammessi alla Commissione e oggi la maggior parte ha ottenuto la protezione internazionale”. In gran parte, oggi lavorano. “Purtroppo, alcune aziende hanno ritirato la richiesta perché sono passati 5 mesi e non potevano aspettare”. (lp)

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