4 maggio 2016 ore: 15:15
Immigrazione

Richiedenti asilo, a Milano la qualità dell’accoglienza dipende da chi ospita

Ricerca del Naga: c'è chi può fare corsi di italiano, riceve vestiti, ha assistenza medica e legale e sceglie cosa mangiare e chi invece può contare solo su due pasti al giorno, le medicine se le deve comprare e non sa come muoversi per la sua domanda d'asilo

MILANO - È solo questione di fortuna. A Milano e provincia ci sono richiedenti asilo di serie A e di serie B. Tutto dipende da quale ente li ospita. E così c'è chi può fare corsi di italiano, riceve vestiti, ha assistenza medica e legale e sceglie cosa mangiare e chi invece può contare solo su due pasti al giorno, le medicine se le deve comprare e non sa come muoversi per la sua domanda d'asilo. L'associazione Naga ha curato una ricerca, presentata questa mattina, intervistando profughi e visitando 48 delle 63 strutture di accoglienza. “Il quadro che emerge è il frutto della politica dell'emergenza - spiega Piero Massarotto, presidente del Naga -. E c'è un'approssimazione assoluta, si procede a caso. C'è un'assoluta eterogeneità dei servizi offerti dai diversi enti ai quali la Prefettura ha demandato l'accoglienza”. Complessivamente la Prefettura nel 2015 ha stanziato quasi 13 milioni di euro. Per il 2016 ha assegnato agli enti gestori altri 7,9 milioni di euro (per i primi sei mesi) e ha emanato un nuovo bando di circa 48milioni di euro per circa 4.500 posti in aggiunta a quelli già esistenti. Soldi solo in parte spesi correttamente. Ecco in sintesi luci e ombre dell'accoglienza, in base ai servizi che gli enti dovrebbero offrire sulla base dei bandi della Prefettura.

Presenza di operatori. “È per lo più costante nei vari centri”, si legge nel rapporto del Naga, ad eccezione delle strutture gestite dalla cooperativa Integra: “Da più fonti veniamo a sapere che tende ad abbandonare gli ospiti a loro stessi e che gli operatori non sono presenti, ma vengono chiamati in caso di emergenza”. I volontari del Naga hanno anche registrato che non sempre la formazione degli operatori è adeguata. E ancora nella lista nera c'è Integra: “Non conoscono la procedura d'asilo come riferiscono gli operatori stessi”. Nel caso poi di accoglienza in alberghi, “rileviamo l'assenza totale di persona addetto, a parte i gestori o proprietari degli hotel (vedi Hotel Aragosta, GM Residence). L'assenza di queste figure è lamentata dai gestori stessi”.

Assistenza legale. Ci sono situazioni virtuose con la presenza periodica di avvocati nelle strutture (Fratelli di San Francesco, Ellepikappa, Ai.bi, Cooperativa Ezio, Cooperativa Lotta contro l'emarginazione e Padri Somaschi). E casi in cui gli ospiti non sanno nulla e nessuno li consiglia su come procedere nei vari passaggi burocratici della richiesta d'asilo, come accade per quelli alloggiati nel GM Residence.

Assistenza sanitaria. Anche qui c'è una situazione a macchia di leopardo. Più in generale non tutti i richiedenti asilo nelle diverse strutture hanno la tessera sanitaria. “E non tutte danno agli ospiti le medicine prescritte dal medico di base”.

Scuole di italiano. La maggior parte delle strutture organizza corsi di italiano o si appoggia a enti o realtà esterne specializzate, anche se l'offerta che ne deriva è molto variegata. Nella lista nera di chi non organizza nulla ci sono ancora la cooperativa Integra e GM Residence.

Erogazione pasti. Gli enti che ospitano i richiedenti asilo in appartamenti spesso condividono con gli ospiti la scelta dei cibi da comprare e li coinvolgono nella preparazione dei pasti. Nel caso di strutture grandi i gestori si affidano a catering esterni o hanno cucine interne.

Pocket money. Ammonta a 2,50 euro al giorno e spettano di diritto al profugo per le sue esigenze personali. Ci sono ovviamente situazioni regolari, ma “esiste anche un gran numero di enti che, ci riferiscono gli ospiti, non erogano il pocket money con continuità”. Ci sono poi due casi limite: “Enti che non hanno mai erogato il pocket money o che lo hanno erogato solo ad alcuni ospiti, come ci ha riferito ad esempio un operatore dell'ex hotel Ambra (Fratelli di San Francesco) e alcuni operatori di alcuni alberghi gestiti da Integra”. (dp)

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