Richiedenti asilo e protezione umanitaria: numeri record in Emilia-Romagna
BOLOGNA – Richiedenti asilo e protezione internazionale o umanitaria, il 2015 è un anno di numeri record per l’Emilia-Romagna: aumentano i permessi di soggiorno registrati, la capacità dello Sprar e le persone ospitate nelle sue strutture di accoglienza, le decisioni della Commissione territoriale di Bologna (inclusa la sezione di Forlì-Cesena istituita nel 2015). È quanto emerge dal Monitoraggio 2016 realizzato dall’Associazione Asilo in Europa in collaborazione con il Servizio Politiche per l’accoglienza della Regione Emilia-Romagna presentato oggi a Parma nell’ambito del convegno “Verso un sistema unico di accoglienza: diario di una trasformazione in corso”. Dall’indagine risulta che rispetto al 2014 i permessi di soggiorno registrati dalle 9 Questure della regione sono quasi duplicati (da 6.573 a 12.340): aumento che va imputato anche a una progressiva stabilizzazione dei migranti titolari di una forma (già rinnovata) di protezione internazionale o umanitaria. La principale cittadinanza registrata è quella nigeriana (raddoppiata rispetto al 2014), mentre, diversamente dal 2014, nella classifica il Mali scende di due posizioni e salgono Pakistan e Gambia. Il numero dei posti finanziati all’interno dei progetti Sprar è 1.019 (erano 782 nel 2014) ed è cresciuto il totale dei beneficiari accolti: 1.391 (+335 sul 2014). La Commissione territoriale ha ricevuto 6.239 istanze di protezione internazionale, più del doppio rispetto al 2014, ne ha esaminate 4.067 (il 65% del totale) e ha riconosciuto una forma di protezione nel 63% dei casi: rifugiato nel 3% dei casi, protezione sussidiaria per il 7,2% e protezione umanitaria nel 52,9%. Aumentano però anche le decisioni negative (dal 27,4 per cento del 2014 al 31,27 per cento del 2015) e i ricorsi presentati contro le decisioni della Commissione: al 31 dicembre 2015 erano 1.104 su 4.067 istanze decise ovvero quasi 3 su 10.
Richiedenti asilo, protezione internazionale e umanitaria. A fine 2015 sono 12.340 i permessi rilasciati dalle 9 Questure della regione: un numero quasi doppio rispetto ai 6.573 del 2014 (già in aumento del 57% sul 2013). Si tratta comunque di poco meno del 3 per cento di tutti i cittadini extraUe regolarmente soggiornanti (461.669) e residenti (416.044) al primo gennaio 2016. “L’aumento del numero di titolari di un permesso di soggiorno per motivi collegati all’asilo è in buona parte influenzato dalla progressiva stabilizzazione dei migranti già titolari di una qualche forma di protezione, quindi impegnati nei rinnovi: in particolare a Parma e Modena i rinnovi costituiscono rispettivamente il 60,9% e il 41,1 per cento”, si legge nell’indagine. Le donne sono il 16,1% delle persone titolari di un permesso di soggiorno connessi alla domanda di protezione internazionale, “un numero in netto aumento e di particolare interesse se messo a confronto con quello sulla nazionalità delle donne presenti, su 1.838 le nigeriane sono 561, e con quello sulle segnalazioni fatte dalla Commissione territoriale sulle donne vittime di tratta”. Nel 2015 è stata avviata la collaborazione tra la Commissione e il Progetto Oltre la strada avviata proprio nel 2015: 80 i casi segnalati da Bologna e 25 da Forlì-Cesena.
Sprar. Sono 1.019 i posti finanziati nell’ambito dei progetti Sprar dell’Emilia-Romagna (raddoppiati in un biennio in seguito al Piano nazionale di ampliamento del sistema, dell’approvazione dei progetti rivolti ai Minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo e dell’ampliamento ad altre categorie di beneficiari). Sul totale sono 221 i posti dedicati ai minori (di cui 99 partiti a cavallo tra 2015 e 2016) e 13 quelli per persone con disagio mentale o disabilità, i restanti 785 sono per gli ‘ordinari’. Tra i beneficiari i richiedenti asilo sono il 38,3% (in calo rispetto al 2014), mentre i titolari di protezione umanitaria sono cresciuti di 16 punti percentuali (dal 19,2 per cento del 2014 al 35,2 per cento del 2015). Nel 2015 si registra quindi un aumento delle persone che entrano nei progetti Sprar con una protezione (sono il 61,7 per cento del totale). Le prime 3 nazionalità presenti nello Sprar sono Gambia, Nigeria e Pakistan (erano Pakistan, Afghanistan e Somalia). Tra le prime 10 entrano Costa d’Avorio e Bangladesh mentre escono Ghana e Iran. La presenza di donne nello Sprar è molto bassa (130 tra adulti e minori nel 2015, contro i 1.261 uomini), così come quella dei minori (circa il 5% del totale). La percentuale delle persone uscite dai progetti Sprar per inserimento socio-economico supera il 50 per cento. Stabile la percentuale di chi lascia il programma prima della scadenza per abbandono (21,1%) o allontanamento in seguito a decisione unilaterale del progetto (7,6%), minoritari i rimpatri volontari (0,2 per cento).
Ricongiungimenti familiari. Nel 2015 si è registrato un abbassamento del numero delle domande di nullaosta al ricongiungimento familiare presentati dai titolari di protezione internazionale (sono passati da 437 nel 2014 a 284 nel 2015) e anche delle domande accolte (da 364 a 260). (lp)