8 febbraio 2017 ore: 13:21
Immigrazione

Richiedenti asilo, il 2016 è anno record per l'Italia: 10 mila al mese

Secondo la Fondazione Ismu, il numero di richiedenti asilo e protezione internazionale ha raggiunto la cifra più alta mai registrata in un ventennio, oltre 123 mila (+47% rispetto al 2015). Primato alla Nigeria. La maggior parte delle domande ha esito negativo. In 3 anni sbarcati 500 mila migranti
Immigrati richiedenti asilo in fila

MILANO - Il 2016 appena concluso ha segnato per l’Italia un nuovo record: in base ai dati del Ministero dell’Interno il numero di richiedenti asilo e protezione internazionale ha raggiunto la cifra più alta mai registrata in un ventennio, oltre 123 mila (10 mila ogni mese, il 47% in più rispetto all’anno precedente). A renderlo noto è l’Ismu, secondo cui “se si considera il triennio 2014-2016 che ha avviato una nuova fase di flussi migratori verso l’Europa, l’Italia ha accolto sulle proprie coste in tre anni oltre 500 mila migranti, più di quanti ne sono arrivati nei 17 anni precedenti di sbarchi”.
Parallelamente crescono in modo significativo i migranti che fanno richiesta di asilo politico e protezione internazionale nel nostro Paese, oltre 270 mila nel triennio considerato; “tra questi tuttavia va ricordato che vi sono anche persone che hanno raggiunto l’Italia su altre rotte terrestri o aeree: si pensi per esempio agli oltre 2.200 ucraini che hanno chiesto asilo politico nel 2016”.

Afferma l’Ismu: “Si può affermare che la richiesta di asilo sia oggi la principale modalità di ingresso nel nostro paese, come emerge anche dai dati relativi agli ingressi regolari elaborati da Istat sui nuovi permessi di soggiorno rilasciati ogni anno che evidenziano come nei primi 10 mesi del 2016 gli ingressi per motivi di asilo/protezione umanitaria abbiano persino superato quelli per ragioni familiari e massicciamente distanziato quelli per lavoro”.
I 123 mila richiedenti asilo del 2016 sono stati in larga maggioranza uomini (85%), anche se la componente femminile ha registrato un incremento nell’ultimo triennio (costituivano il 7,5% dei richiedenti nel 2014, erano il 12% nel 2015 e rappresentano il 15% nel 2016); sono stati oltre 11.400 i minorenni che hanno richiesto l’asilo nel 2016 (sia al seguito di genitori che non accompagnati).

Nazionalità dei richiedenti asilo. Nel 2016 si conferma il primato della Nigeria come primo Paese di nazionalità dei richiedenti asilo, pari a 27 mila, un quinto del totale e in continua crescita (+48% rispetto al 2015). Seguono Pakistan (11% del totale), Gambia (7,2%) e Senegal (6,2%). Solo al quinto posto l’Eritrea con 7.483 richiedenti asilo nel 2016, a fronte – seppur i dati non siano del tutto comparabili – degli oltre 20 mila sbarcati. “Come è noto per alcune provenienze (Eritrea e Somalia, tra le principali) i progetti migratori prevedono spesso il solo transito nel nostro Paese essendo la meta prescelta i Paesi del Nord Europa – evidenzia l’Ismu -. Ciò è risultato particolarmente evidente nell’estate del 2016 quando le principali frontiere terrestri italiane hanno registrato una massiccia presenza di migranti che intendevano attraversare i confini a Como verso la Svizzera (moltissimi gli eritrei), a Ventimiglia verso la Francia e al Brennero in direzione Austria e poi Germania”.
Nel 2010 le richieste di asilo esaminate erano state meno di 15 mila, nel triennio 2011-2013 mediamente 25 mila l’anno, a partire dal 2014 si è registrata una importante crescita: da 36 mila del 2014 si è passati a 90mila richieste esaminate nel 2016, con un incremento del 150%.

La maggior parte delle domande ha esiti negativi. Relativamente agli esiti delle domande esaminate, i dati disponibili evidenziano un aspetto importante: a fronte di un aumento di richieste di asilo e protezione internazionale diminuisce la proporzione di coloro che si vedono riconosciuta una qualche forma di protezione (status rifugiato, sussidiaria o umanitaria). Nel corso del 2016 gli esiti negativi hanno riguardato i due terzi delle richieste, cioè oltre 55 mila persone che secondo le Commissioni Territoriali non avevano i requisiti per la protezione.
I dinieghi sono aumentati in particolare dal 2015, diventando la maggioranza degli esiti; negli anni precedenti invece tale percentuale era intorno al 30-40%. Tra gli esiti positivi prevale nel nostro Paese la concessione di protezione umanitaria (oltre 18 mila nel 2016, pari a un quinto del totale), mentre è molto bassa la quota di coloro a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato, il 5,5% del totale nel 2016 e il 5% nel 2015, in diminuzione rispetto agli anni 2013-2014.

Più della metà delle istanze viene esaminata al Sud. Il numero delle Commissioni deputate all’esame delle domande è aumentato per far fronte alle sempre più numerose richieste di asilo: i più recenti dati diffusi dal Ministero dell’Interno riferiscono di oltre 71 mila domande esaminate nel corso del 2015 da 41 Commissioni e Sezioni distribuite in tutto il Paese. In particolare più della metà delle istanze è stata esaminata nelle sedi del Sud Italia, un quarto delle domande al Centro, e il restante 22% nelle sedi del Nord Italia.

Più dinieghi a Milano e a Catania. Nel 2015 nella graduatoria delle Commissioni che hanno esaminato più di 2.500 domande nel corso dell’anno, risulta al primo posto quella Territoriale di Roma e delle tre sue Sezioni, che hanno esaminato 8.346 istanze pari al 12% del totale nazionale. Crotone e la relativa sezione ne hanno esaminate oltre 6.200. Seguono Bari (5.322), Milano (4.716) e Torino (oltre 3.100); tra i 2500 e i 3 mila casi esaminati Trapani, Siracusa, Catania e Gorizia. Rispetto agli esiti si osservano alcune differenze tra Commissioni: le decisioni negative alle richieste di asilo sono risultate più alte della media nazionale a Milano e Catania (65%), mentre è stato riconosciuto un numero più elevato di forme di protezioni internazionale dalle Commissioni di Gorizia (75% di esiti positivi) e di Trapani (53%). A Torino si registra il più alto riconoscimento di status rifugiato (15%), a Gorizia prevale la protezione sussidiaria (61%).

Gli esiti negativi delle oltre 71 mila istanze esaminate a livello nazionale hanno riguardato 42 mila richiedenti asilo (58,5% del totale), di cui 4.103 per irreperibilità e 37.400 per non riconoscimento della protezione. Nella Commissione di Roma e nelle rispettive sezioni sono risultati più alti della media nazionale i casi di non riconoscimento per irreperibilità: il 13% del totale, cioè 1.143 richiedenti asilo.
“L’analisi degli esiti per nazionalità di origine dei migranti che chiedono asilo e protezione, disponibili per il periodo 1 gennaio- 4 novembre 2016 mostrano altri aspetti interessanti.  I migranti provenienti da Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia ed Eritrea sono tra coloro a cui viene maggiormente riconosciuta dal nostro Paese la protezione internazionale (come accade peraltro negli altri Paesi Membri Ue): si tratta infatti di provenienze con tassi di riconoscimento molto alti essendo note le gravi condizioni di tali paesi e popolazioni”. Dei 960 siriani, le cui richieste di asilo sono state esaminate nel periodo considerato, 880 (il 92%) hanno ottenuto lo status di rifugiato. Per afghani, somali e iracheni prevale la protezione sussidiaria, e sono sotto il 2% i non riconoscimenti. Gli esiti delle richieste esaminate relative ai 492 eritrei mostrano che, nonostante ci sia un alto tasso di riconoscimento di protezione (40% status rifugiato e 35% protezione sussidiaria concessi), non sia irrilevante il numero di coloro che al momento della definizione della pratica risultano irreperibili (8% contro una media di irreperibili fra tutte le nazionalità del 3,5%) o alle cui istanze è stato dato esito negativo a causa ad esempio di rinunce (il 10%, la più alta percentuale). Molto elevate le percentuali di non riconoscimento per chi proviene dal Bangladesh (74% ) e dai Paesi africani più importanti per numero di richiedenti asilo: Senegal (73%), Nigeria (71%), Gambia (66%).

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