Richiedenti asilo, il tribunale di Bologna respinge il reclamo del Viminale: sì alla residenza
La decisione riguarda i due richiedenti asilo ai quali, lo scorso marzo, il Comune di Bologna negò, in base al decreto Salvini, la residenza. La loro istanza venne accolta dal tribunale e il Viminale fece ricorso. Ricorso respinto. La gioia di Avvocato di strada: “Vittoria della democrazia in tempi bui”
BOLOGNA – Il tribunale di Bologna ha respinto il ricorso del ministero dell’Interno sulla residenza per i richiedenti asilo: lo stesso tribunale, lo scorso maggio, aveva accolto l’istanza presentata da due richiedenti asilo a cui il Comune, in base al decreto Salvini, aveva negato la residenza. Il Comune, in aperta polemica con il Viminale, decise di non fare ricorso. Lo fece, invece, lo stesso ministero dell’Interno, ma il tribunale ha confermato la propria decisione: la signora che lo scorso maggio presentò l’istanza ha diritto alla residenza.
Lo hanno annunciato Antonio Mumolo e Paola Pizzi dell’associazione Avvocato di strada: “È una vittoria del diritto in tempi bui per la nostra democrazia”. Il collegio, fa sapere l’associazione, “ha ritenuto inammissibile il reclamo del ministero dell’Interno contro l’ordinanza che aveva imposto al Comune di Bologna di iscrivere all’anagrafe una richiedente asilo, difesa dagli avvocati Antonio Mumolo e Paola Pizzi dell’associazione Avvocato di strada. Il ministero dell’Interno riteneva di essere legittimato a proporre reclamo in quanto litisconsorte necessario. Sosteneva inoltre di potersi sostituire al sindaco di Bologna, che aveva deciso di non proporre reclamo ed aveva invece già iscritto all’anagrafe la signora richiedente asilo".
Ma il collegio, come sottolinea l’associazione, “ha invece stabilito che il ministero dell'Interno non è litisconsorte necessario e non può proporre reclamo non essendosi presentato nella prima fase del giudizio. Inoltre, il Viminale non ha il potere di sostituirsi al sindaco, se il sindaco decide di accettare la decisione del tribunale”. Dunque, “ancora una volta un tribunale afferma che anche il ministero dell’Interno è soggetto alla legge”.
La signora richiedente asilo al centro dello scontro è una donna ospite in una struttura di accoglienza scappata dal suo Paese perché si sentiva perseguitata a seguito della sparizione del marito e del figlio. L’altro richiedente asilo, invece, era seguito dall’avvocato Nazzarena Zorzella di Asgi. Lo scorso febbraio chiesero l’iscrizione anagrafica, ma un mese dopo l’ufficiale di anagrafe del Comune dichiarò “irricevibile” la domanda sulla base del decreto Salvini. I due richiedenti asilo, insieme con i loro rappresentanti Avvocato di strada e Asgi, presentarono istanza. Il tribunale di Bologna la accolse e il Comune decise di non fare ricorso (“Saluto questa sentenza con soddisfazione, il Comune la applicherà senza opporsi”, scrisse su Facebook il sindaco di Bologna Virginio Merola), cosa che invece fece il Viminale. Oggi la decisione del tribunale. (Ambra Notari)