Richiesta d'asilo nei paesi di transito, "presidenza italiana interessata"
Roma - “La presidenza italiana è molto interessata al controllo delle frontiere marittime ed eventualmente alla creazione, sotto l’egida di organismi internazionali, di punti di valutazione dell’esistenza del diritto d’asilo o dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale sull’altra sponda del Mediterraneo, la nostra attenzione è concentrata su questo”. È quanto dichiara Domenico Manzione, sottosegretario agli Interni con delega all’Immigrazione. Oltre a Mare Nostrum, la risposta al fenomeno migratorio dei richiedenti asilo che rischiano la vita in mare, passa per la proposta dell’ammissione umanitaria presentata un anno fa dal senatore Luigi Manconi e dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, dopo la strage del naufragio del 3 ottobre. Da allora, molte Ong continuano a chiedere l’apertura di canali umanitari per sottrarre i richiedenti asilo alle organizzazioni dei trafficanti e al mortale viaggio in mare.
“Aprire corridoi umanitari presuppone che ci sia la determinazione da parte degli Stati europei a dare posti d’accoglienza, altrimenti non serve. – spiega Manzione - E in questo il parere e la posizione del Parlamento sono fondamentali per indirizzare la politica dell’Unione”. Secondo quanto dichiarato alla nostra agenzia dal sottosegretario del Viminale, “la presidenza italiana ha sollecitato un parere al Consiglio economico e sociale dell’Ue in cui si fa riferimento al canale umanitario e di corridoi umanitari si parla in una risoluzione del Parlamento europeo che è in discussione attualmente”. Ma il problema su cui i Paesi membri dell’Unione non riescono a mettersi d’accordo sono le quote che toccherebbero a ognuno. “Spostiamo gli asilanti, ma per mandarli dove? – continua Manzione - C’è un problema di ripartizione tra i vari Paesi e di Resettlement (reinsediamento, ndr.) che è basato sul volontarismo, principio rispettabilissimo però se nessuno dei 27 Stati membri si candida a fare il volontario, il canale umanitario dove porterebbe le persone?”.
Secondo il senatore Luigi Manconi (Pd), “tutto questo è oggetto di una crudele battaglia politica in corso in Europa, se pensiamo che con Mare Nostrum ancora pienamente operativo, sono morte comunque migliaia di persone nel 2014 nel Mediterraneo”. Esiste dunque una discussione in seno ai gruppi politici europei proprio in questi giorni. “Ma non si sta parlando del classico canale umanitario e del reinsediamento – specifica il presidente della Commissione Diritti Umani di Palazzo Madama - si sta parlando di un’ammissione umanitaria, creando presidi nei paesi di transito dove si possa già avere un visto per l’Europa saltando la trappola mortale del Mediterraneo. Questo è oggi materia di discussione e di conflitto”.
Secondo quanto riferito da Manconi, “proprio oggi il Parlamento europeo deve approvare una risoluzione sulla Libia e in questa risoluzione il gruppo dei Socialisti e Democratici ha proposto un emendamento che proponeva esattamente quel tipo di soluzione con due cose fondamentali: il fatto che vi possa essere un’anticipazione del momento in cui si richiede il visto nei paesi di transito in Africa e che già lì si affronti la questione della distribuzione nel territorio europeo di coloro di cui si riconosce la protezione”. Sull’ipotesi dell’ammissione umanitaria, tutto il gioco di forze è sul dove vanno i rifugiati e in che proporzione. Ma su questo, secondo il senatore Pd l’Italia rischia una “sonora sconfitta”.
A sconfiggere il nostro Paese sono i numeri dell’accoglienza. “Il paradosso è che l’Italia riceve questo ‘impatto’, secondo me unico termine giusto – spiega ancora il senatore democratico - il nostro sguardo che si concentra sullo sbarco, sull’arrivo e ciò appare come qualcosa di destabilizzante e intollerabile, ma la maggior parte dei richiedenti asilo vuole andare altrove. Se l’Italia fosse capace di organizzare l’accoglienza con strumenti razionali, la seconda accoglienza riguarderebbe una quota di rifugiati che l’Italia è in grado da accogliere”. E proprio questo è l’argomento usato contro l’Italia in Europa. “I tedeschi dicono: noi abbiamo 500mila rifugiati. I francesi ne hanno 250 mila. Noi italiani solo 90mila sul territorio”.
Quindi, secondo Manconi, “mano a mano che cresce la disponibilità a dare un visto per la protezione internazionale già nei Paesi di transito, si scopre che la gran parte di chi chiede protezione vuole andare in Paesi in cui il numero dei rifugiati è già alto e non in Paesi come l’Italia, in cui è basso”. Su migliaia di siriani transitati dall’Italia in un anno, appena qualche centinaio voleva restare sulla penisola. “Questo perché il problema della seconda accoglienza in Italia è enorme – conclude Manconi -non per la quantità dei richiedenti asilo, il numero sarebbe ampiamente sostenibile, ma per la qualità”. (Raffaella Cosentino)