23 aprile 2015 ore: 11:44
Immigrazione

Richieste d'asilo in aumento. Astalli: triplicare i posti Sprar dell’accoglienza

I dati del rapporto del Centro Astalli. Aumentano le domande di asilo in Italia (+143%), ma tra le persone che arrivano nel nostro paese sono tanti quelli che continuano il viaggio verso Nord: 170.757 i migranti arrivati in Italia via mare lo scorso anno, 64.886 le domande di asilo presentate
Richiedenti asilo siriani sul pulman

ROMA - Aumentano le domande di asilo in Italia, ma tra le persone che arrivano nel nostro paese, sono in tanti quelli che decidono di continuare il viaggio verso i paesi del Nord. In tutto, le domande presentate nel 2014 sono state 64.886, con un incremento del 143 per cento rispetto all'anno precedente. Tra le nazionalità maggiormente rappresentate non compaiono però né la Siria, né l’Eritrea, che sono, invece, i primi due Paesi di origine dei 170.757 migranti arrivati in Italia via mare lo scorso anno (rispettivamente 39.651 e 33.559 persone). Quelle più rappresentate sono invece Afghanistan, Mali, Guinea e i paesi dell’Africa subsahariana. Anche nel 2014, dunque, molti migranti forzati hanno deciso di proseguire il lor percorso verso il nord Europa. Lo dice il rapporto annuale 2015 del Centro Astalli, presentato oggi a Roma.

50 milioni di persone in fuga. Lo studio, oltre al resoconto di un anno di attività del centro, contiene un’analisi dei flussi migratori. In particolare, sottolinea che per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale le persone costrette alla fuga nel mondo hanno superato largamente la soglia dei 50 milioni (a metà del 2014 se ne registravano già 56,7). Le cause sono da ricercare nelle gravi crisi umanitarie in corso, prima fra tutte la Siria, che hanno fatto crescere il numero delle persone che cercano protezione in Europa.

91.550 pasti distribuiti. Dal rapporto emerge che una parte rilevante delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio del centro Astalli era costituita da rifugiati “in transito”, che si fermano solo poche settimane a Roma, vivendo in strutture di accoglienza temporanea o in ripari di fortuna presso le stazioni ferroviarie. Il totale dei pasti distribuiti dalla mensa nel 2014 (91.550) è rimasto sostanzialmente in linea con quello registrato nel 2013, con una media giornaliera di pasti offerti tra le 300 e le 350 unità. La nazionalità maggiormente rappresentata è di gran lunga il Mali, con un trend in costante crescita già dal 2013 e che, negli ultimi mesi del 2014, ha superato il 30 per cento degli utenti complessivi. Gli utenti raggiunti sono stati 34mila, di cui 21mila solo a Roma.

Accoglienza ancora “emergenziale”: arrivare a 60 mila posti. Il rapporto ricorda che nel corso del 2014 si è dovuto far fronte all’alto numero di arrivi reperendo molti posti per l’accoglienza in poco tempo, attraverso procedure straordinarie. Il centro Astalli sottolinea, però, che è stato compiuto anche un importante sforzo di programmazione verso un sistema di accoglienza unitario e con una capienza proporzionata al numero di arrivi prevedibile in base alla media degli ultimi anni: “Lo Sprar è stato ampliato fino a 22 mila posti, si prevede nell’anno in corso di arrivare a 40 mila e auspichiamo che possa in un prossimo futuro raggiungere la quota di 60 mila posti- si legge nel rapporto - adeguata alle necessità effettive. Solo cessando di ricorrere a misure emergenziali sarà possibile avere un sistema trasparente, ben monitorato e con standard soddisfacenti”.
Nessuna novità si rileva, invece, rispetto alla programmazione di misure di accompagnamento all’integrazione per i titolari di protezione internazionale. “Ci sono alcune sperimentazioni positive, ma non si è ancora visto uno sforzo deciso per ripensare la questione nel suo complesso” continua il rapporto. In particolare, le opportunità di tirocini formativi, previste dal sistema Sprar e utilizzate da tutti i centri di accoglienza gestiti dal centro Astalli con risultati soddisfacenti, così come i contributi erogabili nell’ambito di progettualità specifiche, restano interventi episodici, che non riescono a incidere sullo scenario generale”.

Il rapporto ricorda anche che “la questione dell’inserimento nel mondo del lavoro e dell’effettiva esigibilità dei diritti sociali, specialmente nel primo periodo di permanenza in Italia, non può essere risolta dal terzo settore: richiede riflessione e impegno da parte di tutte le istituzioni competenti, attraverso una cabina di regia in grado di costruire soluzioni concrete e di renderle accessibili”. Tra le criticità c’è anche il problema della ricerca del lavoro e di una casa per i rifugiati al termine del periodo di accoglienza. “Anche persone che possono contare su un reddito devono ricorrere a soluzioni di fortuna: subaffitti, affitti in nero senza alcuna garanzia o occupazioni. Il fenomeno dei rifugiati che a Roma vivono in grandi edifici occupati in condizioni igienico-sanitarie proibitive continua ad essere preoccupante per dimensioni e non può essere risolto con interventi episodici – sottolinea il rapporto -. Nel 2014 il centro Astalli, anche attraverso progetti di accompagnamento specifici che prevedevano l'erogazione di contributi economici, ha cercato di sostenere concretamente il difficile percorso verso l'autonomia di alcuni titolari di protezione internazionale”. 

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news