20 agosto 2020 ore: 14:20
Disabilità

Rientro a scuola, test sierologici solo per alunni disabili? Le critiche della Fish

di Chiara Ludovisi
Fish Lazio chiede un confronto formale alla Direzione regionale Salute e integrazione socio-sanitaria. “Tutele maggiori possono tradursi in discriminazione. Disabile non significa malato”
scuola_sedie sui banchi

Sedie sui banchi

ROMA – L'indagine di sieroprevalenza avviata dalla Regione Lazio in vista dell'avvio dell'anno scolastico suscita malumore tra le famiglie e le associazioni delle persone con disabilità. Dopo aver raccolto le critiche di Oltre lo sguardo onlus, che raccoglie caregiver di Roma e del Lazio, oggi abbiamo chiesto un parere a Fish Lazio, che pure si dichiara “non favorevole”. Intanto, l'avviso inizia a comparire sui siti delle scuole: “La Regione Lazio – si legge - ha avviato, per le istituzioni scolastiche, un’indagine di sieroprevalenza mediante l’esecuzione di test sierologici e molecolari basati sull’identificazione di anticorpi (di tipo IgG) diretti verso virus SARS-CoV-2, con l’obiettivo di conoscere e studiare la diffusione del virus nell’ambito delle istituzioni scolastiche. I destinatari dell’indagine sono docenti, educatori, operatori di sostegno, assistenti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), bambini e studenti disabili e tutte le figure professionali delle scuole di ogni ordine e fino al secondo grado (compresi istituti professionali), statali, paritarie e non, dei servizi educativi per l’infanzia - gestiti dallo Stato, dagli enti locali in forma diretta o indiretta - e delle scuole dell’infanzia statali, paritarie e non. L’adesione all’indagine da parte degli interessati è individuale, volontaria e gratuita”.

A suscitare perplessità, è la scelta di aver voluto inserire tra i destinatari “i bambini e gli studenti con disabilità”, creando così di fatto una distinzione tra questi e i loro compagni. “Stiamo seguendo la questione, che non ci vede favorevoli – ci spiega Daniele Stavolo, presidente di Fish Lazio - Non vi sono ragioni medico-scientifiche per sottoporre le persone con tutti i tipi di disabilità, e solo loro, ai test sierologici. In questo modo la disabilità viene considerata unica e senza alcuna distinzione, mentre vi sono persone con disabilità, considerata anche grave secondo i criteri individuati, che non sono esposte al rischio più di ogni altra, o che, in caso di contagio, non verserebbero in condizioni di salute diverse da ogni altra persona. Ci sfugge quindi la ratio di questa delibera – aggiunge Stavolo –. L'intento di voler adottare tutele maggiori potrebbe tradursi in un fenomeno di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, considerate 'malate' secondo una concezione ormai arcaica, che dovrebbe invece essere superata e contrastata. Peraltro non mi risulta che altre regioni abbiano preso iniziative simili. Stiamo rappresentando queste criticità alla direzione regionale Salute e integrazione socio-sanitaria al quale chiederemo un confronto formale”, conclude Stavolo.

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